Deluded by lesbians
The Revolution Of Species 2010 - Stoner, Rock, Punk

The Revolution Of Species

Sing with us if you are lesbian, sing with us if you're deluded. Per capire questo disco, il debutto sulla lunga distanza per i Deluded By Lesbians, bisogna partire dalla fine. Skippare fino alla traccia tredici e ascoltare. Perché in quell'outro massiccia dall'incedere marziale c'è tutta la filosofia dei DBL. Il rullo di tamburi da banda di paese, accompagnato dagli strafottenti fuzz di basso e chitarra, costruisce un inno da cantare a squarciagola, ma solo da quei pochi eletti che se lo possono permettere.

"United States of Delusion". Quelli che guardano il mondo da una prospettiva all'incontrario. Appesi a testa in giù in fronte ai cartelloni della pubblicità. Una presa per il culo che è la filosofia guida di tutto l'album e della stessa identità dei tre delusi. Le tre lesbiche, artisticamente parlando, Laura O'Clock, Lara Brixen e Federica Knox costruiscono un album di uncool rock, o, se preferite, da sfigati. Dentro ci mettono visioni metropolitane di Beatles e uccelli volanti, relazioni senza futuro e sonori due di picche, universitari fuori corso e donne grasse, basse e pelate. E tu stai troppo preso e in paranoia per poterci ridere su. I wanna know about my future but you broke my crystal balls. Ha la faccia come il culo questo power trio milanese. Riff in odore di headbanging e canzoni in bilico tra punk e hard rock. Musicalmente vicini ai Queens Of The Stone Age e a certi momenti power dei Weezer. Attitudinalmente in coppia con gli Hives e coi conterranei Leeches. La stessa cazzosità e le stesse rivoluzioni a stomaco pieno in odore di fat rock.

Da "She do wanna" a "Don't laugh for me Argentina", l'album è pieno di singoloni spaccaossa. Una bella botta di elettricità, che restituisce solo in parte l'intensità dei loro istrionici live show, coreograficamente imperdibili. La produzione di Luca dei Serpenti regala una profondità internazionale al suono della band, anche se alcuni pezzi che appesantiscono inutilmente il lavoro potevano essere tranquillamente evitati. Ma è l'unico difetto di un album su cui non c'è niente da recriminare, compreso l'artwork, esteticamente difficile da accettare. Una volta digerito sarai però anche tu un Deluded con tutti i crismi. C'mon get in!

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