Di solito l'ambizione è una buona cosa, nel rock perfino quando degenera in megalomania può essere positiva. Per quanto ne sappiamo, i Bob and the apple non sono megalomani, però ambiziosi pare di sì, almeno a giudicare dai tentativi di suonare più come i Pink Floyd che come, boh, i Coldplay. Insomma, non ci sono pigrizie mentali o timori di risultare "troppo": troppo lunghi, troppo anni 70, troppo post-rock, troppo pretenziosi appunto. E fin qui tutto bene. Poi, certo, per quanto questa sicumera sia sacrosanta e molto rock, andrebbe moderata da qualcuno che, per esempio, ridimensionasse "Lego(ista)", a dispetto del bel titolo troppo poco incisiva e originale per durare cinque minuti, o che rendesse veramente allucinata "Ultima allucinazione", breve strumentale senza grande personalità, non il modo migliore per invitare a proseguire nell'ascolto, e ciò è male, perché invece la successiva "Rouge Squadron" merita. Tutto da raffinare, quindi, ma il materiale grezzo c'è e i ragazzi sono giovani.
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