Non sarà che siamo diventati troppo cinici? Che l'indignazione ci sta bene, ma solo quando dura il tempo che impieghiamo a leggere un articolo di Travaglio? Che la musica esplicitamente arrabbiata ci piace, a patto che possiamo cantarla a squarciagola in macchina e poi creare un gruppo su facebook per sfotterla?
Oppure può essere che quest'album ci lasci indifferenti perché, semplicemente, gli mancano delle cose: in primis, l'originalità e quel guizzo che significano il salto da insignificante a (quantomeno) interessante. Le canzoni si susseguono senza accendere un sentimento uno, davvero troppo standardizzate nel loro pop-rock che non si può fare a meno di definire scolastico. I ragazzi sono pieni di buone intenzioni, ma non basta citare Paz (in "Avvenimenti che sconvolsero il mondo") o il Presidente che assicura che "il Paese ce la farà, tutto è sotto controllo" ("Manuale d'ascesa e caduta") per conquistarsi un posto nel cuore e nell'iPod degli studenti in sciopero. Da quelle parti ci sono già gli Offlaga Disco Pax, o i più "nazionalpopolari" Ministri. Forse la prossima volta conviene buttare via i manuali e osare qualcosa di più, altrimenti ci sarà solo la caduta.
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