Bimbo
Bugie Per Asini 2010 - Cantautoriale

Bugie Per Asini

Si narra che Simone Soldani suonasse punk/hardcore nei centri sociali, prima di venire folgorato sulla via dei cantautori, darsi come nome d'arte Bimbo e dare alle stampe queste dieci "bugie per asini". E a noi gli artisti che non si fossilizzano, e crescono e si mettono in gioco, ci piacciono. Ma c'è un ma: nel suo impeto di entusiasmo per "la musica italiana" da Battisti (che si sente in controluce un po' in tutte le canzoni, molto in "Ingoiando sale") allo spaghetti-blues ("Figlio epidurale", per esempio, è un Alex Britti polemico) al rock vascorossiano, al Soldani dev'essere sfuggito che siamo nel 2010 e che, nel frattempo, anche i cantautori si sono aggiornati. No no no, non si sta facendo l'elogio dell'inseguimento delle Luci della centrale elettrica, il "classicismo" va benissimo per carità, solo che, nello specifico, manca la rielaborazione, con il risultato che si ha l'impressione di trovarsi di fronte a un cantautore anni settanta minore, derivativo e non troppo immeritatamente dimenticato. Una ricerca dell'originalità si avverte solo nei testi, che però, pure con qualche idea interessante - "Questo pesce sa di carne" riesce a schivare la retorica, e visto il tema affrontato era tutt'altro che facile - soffrono di una supponente attitudine a prendersi terribilmente sul serio, finanche quando vorrebbero essere animati da un tocco di ironia: uno su tutti, "Il disfattista", versione più criptica e radical-chic dell'ironia alla Fabri Fibra, quella cioè di chi punta il ditino chiamandosi fuori, o meglio (anzi peggio), in alto.

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