Agitatore di mattinate superflue, sprint elettronico ballabile tra strisce di nero e magliette blu, vitamine e sintetizzatori all'apice. Semi di percussioni e dubbing nervoso e secco che a tratti ricorda l'attitudine dei Clash di "Sandinista", spinte costanti sul pedale, giri più cupi e metallici rimandano ai Depeche Mode ("Frequencies"), suggestioni arabe in atmosfere eighties ("D.A.M.I.R."), basso corposo e portante più voce incisiva. "Dry wet paper plastic aluminium" si presenta molto bene e seduce subito con smalto, tra elettrodance intelligente e funk punk trascinante, riuscendo a dare una visione concreta dello stile della band e attirando attenzioni. Molto giovani, molto anglosassoni, molte vitamine. Da tenere d'occhio.
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