E' probabile che gli Ojm, al traguardo del quarto album, siano entrati in studio cercando una qualche via di fuga rispetto a quanto prodotto finora. Non sappiamo se in questo processo la scelta di farsi produrre da Dave Catching (ha suonato, fra gli altri, con Queens Of The Stone Age, Eagles Of Death Metal e Mondo Generator) abbia contribuito in maniera determinate, ma alle orecchie di chi scrive "Volcano" rappresenta il classico disco di transizione. Qualcosa, cioé, che traghetterà il quartetto verso (ci auguriamo) la definitiva evoluzione del proprio sound, con l'intento di rendersi sempre meno dipendente dai modelli sui generis.
L'esperienza di Max Ear nei Poison Deluxe, ad esempio, ha giovato molto sulle scelte da compiersi in fase di arrangiamento delle nuove canzoni; così, l'innesto dell'organo e del piano (transfugo proprio dai Poison Deluxe) in pianta quasi stabile, garantisce una maggiore dinamica e la solita (e a tratti quasi prevedibile) irruenza che dagli esordi caratterizzava i dischi della band, stavolta si stempera spesso in un piacevole ibrido tra lo space-rock e la psichedelia. Non mancano, ovviamente, i classici rockettoni come "Wolf", "Venus god" o "Disorder", che risaltano rispetto al passato nell'economia complessiva dell'album, proprio grazie alle soluzioni inedite che rendono "Volcano" un passo in avanti nella carriera dei quattro veneti.
"Ocean hearts" - sospesa tra richiami seventies e fraseggi strumentali ai limiti del prog - si candida quindi a canzone archetipo di questo nuovo corso, seguita da episodi come "I'll be long", "Escord", "Cocksucker" e la conclusiva "2012", di fatto abortita sul finale quando invece ci si aspetta una cavalcata epica sullo stile di "Free bird" dei Lynyrd Skynyrd. Se infatti c'è da muovere un appunto (probabilmente da imputare al produttore artistico) è proprio quello di non aver spinto abbastanza - se si esclude la già citata "Ocean hearts" - in una direzione che privilegiasse qualche jam strumentale più articolata in cui dare maggiore spazio alle scelte stilistiche emerse nell'occasione. Perché se per alcuni ha ancora senso parlare di album e non di una semplice raccolta di canzoni, ci aspettiamo esattamente questo tipo di lavoro in cabina di regia. Il consiglio servirà comunque per la prossima volta o, come probabile, per gli appuntamenti live che seguiranno l'uscita del disco.
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La recensione Volcano di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-09-13 00:00:00
COMMENTI (6)
ho riletto la rece, faust..
..sono io ad ever esagerato ;-)
un po' hai esagerato, faust, però, però, è favorevolmente ascoltabile [:
(Messaggio editato da iggy il 17/09/2010 17:44:16)
gran bel disco, complimenti!
avvisatemi quando è disponibile per essere acquistato....
YESSS!!!
grande album
booooooooooooooooomba!
[: