Tanto per confermare che qui nella penisola lo ska è un genere con una lunga schiera di proseliti, ecco puntuale il disco dei milanesi Matrioska a confermare la nostra ipotesi. Attivi dal 1996, questo “Stralunatica” è il loro secondo disco dopo l’esordio intitolato “Passi se è la prassi” e risalente a ormai due anni fa.
Noi di Rockit, però, solo adesso veniamo a conoscenza di questa realtà, a meno che non si voglia considerare la traccia accreditata alla band nella compilation “Italian ska invasion”, quando ancora i Nostri avevano all’attivo solo un demo ed un singolo. Da allora sono stati fatti passi da gigante, sicché l’album in questione è il risultato di 5 anni di ‘gavetta’, dove (molte) esperienze dal vivo e (alcune) session di studio hanno contribuito a formare la cifra stilistica della band - riconducibile allo ska per gran parte, ma non mancano sprazzi di pop, punk e rock.
Nello specifico, la formula del sestetto brilla per freschezza e coinvolgimento a livello musicale, ma pecca per troppa ‘leggerezza’ dal punto di vista delle liriche; il riferimento non è certo in merito alle tematiche - da tempo, infatti, lo ska dello stivale sembra funzionare meglio quando si preferisce non raccontare della società - bensì a come i testi vengano costruiti usando espressioni linguistiche fin troppo banali.
Questa, tuttavia, può essere considerata una critica ininfluente ai fini del giudizio complessivo; basta infatti l’apertura del cd, affidata proprio alla title-track, a farci apprezzare un disco che indubbiamente suona fresco e si caratterizza per una produzione intelligente. Magari non sarà il vostro disco dell’estate, né tantomeno di altre stagioni, ma potrebbe far muovere qualche ‘culetto’ in più se alla vostra festa lo farete sentire agli invitati dall’inizio alla fine.
Per lavori più impegnativi, vi consigliamo perciò di volgere la vostra attenzione verso altre proposte…
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