Gli Alba Caduca hanno ascoltato parecchio i Sabbath e amano evidentemente Trent Reznor e i Korn. Dal connubio di queste due macroscopiche influenze nasce "Babele", nove pezzi dal buon tiro, il cui ascolto procede abbastanza fluido. I canoni dei generi di riferimento sono rispettati, ma il disco risulta fruibile e non particolarmente settario, denunciando anche una certa propensione della band verso il pop. Per giungere alle note dolenti, la scelta della lingua italiana in questi casi è sempre rischiosa: il nostro idioma si sposa male con la durezza delle chitarre hard rock o con l'essenzialità dei suoni elettronici, non riuscendo a sostenere l'incalzare della parte suonata.
Proprio per questo motivo, il mondo musicale proposto dagli Alba caduca ha sempre arrancato in Italia, trovando espressione spesso solo nel circuito delle cover band o dei gruppi amatoriali. Per fortuna il gruppo in questione non fa parte di nessuna di queste categorie: gli Alba Caduca suonano da professionisti e hanno una certa attitudine compositiva che potrebbe portarli a trovare un equilibrio interessante. Brani come "Babele" ed "Eloquio del disagio" indicano una strada che andrebbe seguita.
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La recensione Babele di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-08-17 00:00:00
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