Basta un titolo: "New York City", per spiegare la provenienza, artistica ovviamente, di David, Luca, Lorenzo e Ludovico. Però di New York ce ne sono e ce ne sono state tante, quindi chiariamo: in questo caso trattasi della New York underground in chiodo e jeans strappati degli anni settanta. Quella a tutta velocità, a tutto volume e a tutta rullata. Il garage-punk di queste due canzoni non racconta e non inventa niente di nuovo, ma lo spirito è quello giusto, il sound pure, e in certi casi non è che serva molto altro, come è scritto nel manuale del perfetto punk-rocker.
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