Non c'è una "grande madre", non c'è una "luce splendente", né una "divina energia primordiale". L'unica, sola e vera risposta è 42!
Iperuranio è il progetto musicale di due new agers dell'ultim'ora provenienti da Verona, che tramite la loro arte divulgano una visione inzuccherata e artificiosa di panteismo.
"Le Meccaniche Celesti" è il loro disco d'esordio, due tracce di più di 20 minuti ciascuna (sulla versione dell'Itunes Store, nel disco fisico è solo una) di un progressive rock blando e senza carisma, di cui probabilmente si sarebbero vergognati anche negli anni '70. Questo perché nelle canzoni degli Iperuranio non ci sono i suoni accattivanti della PFM, né le sperimentazioni degli Area o la raffinatezza de Le Orme; queste due interminabili tracce sono talmente piatte da far addormentare un anfetaminico, registrate con dei suoni odiosi che erano fuori di moda già nel Cenozoico. Ma il fiore all'occhiello è la voce stonata, che declama dei testi legati ai più confusi e banali misticismi: classificazione aristotelica degli elementi, metafisica superficiale alla Battiato dei tempi peggiori, karmiche preghiere, fino a morbose constatazioni sulla superiorità della natura (peccato che il disco sia fatto quasi esclusivamente di artifici digitali).
La cosa peggiore di tutto quanto è che i due Iperuranio pretendono di avere capito chissà quale verità sulla vita, l'universo e tutto quanto, si sentono superiori! Ma perché darsi così tanto da fare quando oggigiorno tutti conoscono la risposta alle domande esistenziali. Non c'è una "grande madre", non c'è una "luce splendente", né una "divina energia primordiale". L'unica, sola e vera risposta è 42! E se, leggendo queste recensione, gli Iperuranio non capiscono la battuta appena fatta, allora non possono sentirsi superiori proprio a nessuno.
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La recensione Le meccaniche celesti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-05-18 00:00:00
COMMENTI (4)
Non ho mai scritto su questo blog ma non sono riuscito a resistere quando ho letto la recensione di garosi su iperuranio. Innanzi tutto tu puoi criticare quanto ti pare sia la musica sia la voce che l'impostazione delle tracce, anche se non so con che criteri tu l'abbia fatto e sopratutto che requisiti hai per farlo...ma lasciamo perdere. Quello che mi ha toccato maggiormente e che tu scrivi "la peggior cosa" è quando affermi: "SI SENTONO SUPERIORI".... e se poi tutti conoscono le risposte alle domande esistenziali, ti prego di illuminarmi perche io, scusami se sono ignorante, non le conosco... (ma almeno me le pongo). Conosco di persona i due iperuranio, diversamente da te immagino...altrimenti sapresti che sono due persone che da 15 anni studiano religioni orientali e praticano lo yoga; non solo, uno dei due ha una laurea in filosofia quindi penso che le cose che dicono non siano poi cosi banali anzi probabilmente la tua superficialità non ti permette di afferrare certe dimensioni. Se tu sei ateo e non apprezzi questi testi allora detesti pure i pink floyd, le orme, De andrè ecc che spesso nei loro testi parlano di questi argomenti ,anche se cio non vuol dire per forza essere credenti.
Se sei un idealista materialista e non sopporti chi ha idee diverse sulla vita e sulla morte ascoltati pure gli skiantos o gli 883 (forse per te saranno illuminanti). Qua mi sa che l'unico a sentirsi superiore sei tu; lo sparasentenze dell'ultima ora...infatti leggendo le altre recensioni che hai scritto e ascoltando i relativi brani mi sono reso conto di ciò.Per quanto riguarda la biografia posso dirti che non è verosimile infatti nell'album non esiste nessun brano con il nome indicato da voi. Mi sa che sta volta ti sei autosputtanato, ma succede a chi parla con boria e senza conoscere.ciao
Quello che dice Galeans è giusto.
Sembra che il recensore abbia il bisogno di "confrontarsi" e "scontrarsi" con quello che è la band. Forse il gruppo è borioso (non ho ascoltato il disco) ma il recensore non è da meno. Anche io sono ateo ma "grande madre" e "divina energia primordiale" non mi fanno venire l'irsutismo a prescindere: le ideologie degli indiani d'america le giudico affascinanti, non stupide, così come la mitologia e i testi sacri.
In primo luogo sono profondamente ateo, e chi mi parla di ""grande madre" e di "divina energia primordiale" mi fa venire l'irsutismo (perché certe ideologie sono intrinsecamente stupide e pericolose, non c'è bisogno di sentirsi superiori per capirlo).
In secondo luogo, il prog rock italiano oggi dovrebbe essere (e per fortuna è) più come i Gran Turismo Veloce (gtveloce su rockit).
Infine, se dico per filo e per segno come il disco suona in ogni accurato dettaglio nessuno lo ascolterebbe mai. Quindi, per quanto brutto il disco possa essere, che lo recensisco a fare?
"Non bisogna mai esaurire un argomento al punto che al lettore non resti più nulla da fare. Non si tratta di far leggere, ma di far pensare." Charles-Louis de Montesquieu.
Ho letto con interesse questa recensione e, premettendo che non conosco il disco e che comunque, pur essendo un fan del genere originale (il progressive rock) generalmente non apprezzo questi tentativi di recupero, devo fare un paio di critiche al recensore e alla recensione, o quanto meno chiedere un paio di delucidazioni.
Non si specifica cosa si intende per "suoni odiosi": cosa li rende odiosi? Scelte non condivise nella produzione? Cattiva registrazione? Strumentazione non appropriata?
In secondo luogo, tale recensione si focalizza sulla presunta boria del duo Veronese, ma lo fa in maniera, a sua volta, boriosa. Persino il tentativo di sdrammatizzazione alla fine sembra voler urlare "non possono sentirsi superiori, loro che sono inferiori a me", cosa che viene enfatizzata anche dalla quasi forzata maniera in cui vengono citati mostri sacri del prog Italiano. L'impressione generale che si ha leggendo questa recensione, è che il duo abbia fatto qualcosa di personale e sgradevole al recensore, perché non si limita a criticare la musica, ma va veramente sul personale. In questi casi, senza offesa, la cosa migliore da fare sarebbe pubblicare un disco e mostrare al gruppo rivale (o come lo vogliamo chiamare, non mi viene in mente un termine migliore) come dovrebbero essere fatte le cose. Recensioni del genere non sono, a mio avviso, molto costruttive, semplicemente perché si rischia di cadere nel vecchio detto "dei due uno spacca la legna e l'altro brontola".
Ci tengo a specificare che questa non è una critica generale al recensore, poiché questa è l'unica recensione sua che ho letto, bensì alla recensione in sé. Inoltre, non ho mai ascoltato il disco, per cui non so se effettivamente sarei d'accordo con lui, ma personalmente avrei cercato di specificare in maniera più obbiettiva il perché della stroncatura dell'album. Solo la mia personale opinione.