Jazz e cantautorato sono sempre andati d'accordo, è un connubio che ha partorito fra le più intelligenti e sagaci canzoni degli ultimi decenni. Dalla provincia di Grosseto arriva Emanuele Bocci, un musicista valido ed esperto che ripercorre questa formula ricalcando l'impronta di artisti come Fred Buscaglione, Enzo Jannacci, Paolo Conte. "Un Po' Gabbiano" è il suo primo lavoro da solista, una sorta di punto di arrivo, la raccolta delle emozioni di tutta una vita che finalmente trovano spazio tutte insieme in un disco. Le sue canzoni sono storie, fotografie di un momento particolare che Emanuele analizza con l'ironia e la genuinità della vita di provincia, alla Bobo Rondelli. A suo modo Emanuele Bocci ride mestamente delle piccole grandi tragedie del giorno d'oggi, trattando con la leggerezza dei tempi in shuffle anche temi complessi e delicati. Ed ecco come un lavoratore troppo affannato soffra di stitichezza o come un gabbiano maestoso viva in una discarica, fino a degli orsi naufragati su di un iceberg e i drammi filosofico-sentimentali di chi non riesce a trovare il parcheggio. Il tutto è arrangiato egregiamente in un intreccio di swing e folk, ogni tanto un aroma latino-americano, a cui si giustappone la voce bassa di Emanuele Bocci. Questo primo lavoro solista non esplode di originalità - troppi sentori di Daniele Silvestri e Luca Bassanese - ma deliziosamente fa ragionare l'ascoltatore su temi e situazioni con la certezza che tutto al mondo, per quanto complesso, possa essere discusso anche in musica.
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