Ascoltate questo disco guardando la copertina. Perché la musica che c'è dentro assomiglia tanto a questi enormi palazzoni dalle tinte accese che sembrano accostati l'uno all'altro. Rosso, giallo, bianco e ancora rosso. Un incrocio di post punk, kraut, e noise, tutti filtrati attraverso una spigolosità math rock. Si possono tranquillamente tirare in ballo i Battles senza fare eresia. Provate ad ascoltare "Mark Twain" ad esempio, o a interpretare il suono nevrotico di "Dario". O la filastrocca allucinata che chiude "Roberto Calvi", vi torneranno in mente i momenti acidi del Syd Barrett dei primi Pink Floyd o, più semplicemente, gli Animal Collective. Così come la melodia di piano che fluttuando lentamente chiude "Giona". Quello che alla fine rimane da dire è che questo è un 10" spacca culi. Musica che si disperde nel reticolo urbano e mnemonico, incroci di dialoghi che dissolvono negli spazi vacanti dallo smog quotidiano. Cercatelo e ascoltatelo. Fidatevi, non ve ne pentirete.
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La recensione Supergod di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-09-14 00:00:00
COMMENTI (1)
BELLI E BRAVI...
IL DISCO MERITA UN SACCO!!!