Dalla commendevole etichetta di Lanciano, ecco arrivare un disco fragile, nel senso alto del termine, riguardoso nei confronti del genere, ma stranamente non allineato. "American Nightmare" è liquido magma post, racchiuso si in un melange slintiano, ma anche rifunzionalizzato attraverso l'elettronica dei Tortoise, tra ritmo e sensibilità. Xilofono e zampate di cassa per "Tecno-Bells & Funeral Party", reiterativa e di una radiosità oscura. Assaporiamo lembi dei primi June Of '44 in "Smog", sostenuta e arrembante, dalla dinamica ferina. Placide chitarre stile Mogwai, o meglio Papa M, in "1984...", vera punta adamantina del disco, furiosa di passione trattenuta e poi fatalmente rilasciata. Un lavoro capace di integrare post di matrice math e azioni rock e nello stesso tempo sottilmente detonare il genere.
Pur nella riproposizione quasi enciclopedica di un quindicennio di lavoro immateriale sghembamente definibile come post rock, L'Uomo di Vetro svolge garbatamente un proprio monologo intimista, dove spesso compare il lampo ineffabile dell'unicità. Attesa di un' alba radiosa.
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La recensione 38° Parallelo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-09-14 00:00:00
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