Fresco di debutto al primo posto in classifica, trascinato da un singolo in apparenza stupido ma profondamente intelligente come "Vip in trip", "Controcultura" ¨¨ il nuovo album di Fabri Fibra, il terzo ¨C ed il migliore ¨C da quando ¨¨ sotto major. Se ¨¨ vero che a livello qualitativo i suoi capolavori sono altri, su tutti "Sindrome di fine millennio" e "Mr. Simpatia", altrettanto vero ¨¨ che questo ¨¨ un disco destinato in certo senso a fare storia, perch¨¦ segna la definitiva consacrazione dell'hip hop come genere popolare (anche) in Italia.
In tv c'¨¨ X Factor, in radio Alessandra Amoroso, ma i ragazzini nell'iPhone si ascoltano Fabri Fibra ed i Club Dogo. Quello del rap ai primi posti delle classifiche non ¨¨ esattamente un fatto nuovo, lo sappiamo tutti, ma gente come Articolo 31, Neffa e Sottotono non ha potuto far altro che scendere a compromessi, ed il successo, quello vero, ¨¨ durato giusto il tempo di due album. J.Ax si ¨¨ dovuto reinventare, Neffa idem. Tormento ¨¨ pressoch¨¦ sparito. Oggi invece Fabri Fibra ¨¨ una certezza del panorama musicale italiano, non tanto perch¨¦ necessariamente pi¨´ bravo di questi, ma perch¨¦ il rap, inteso proprio come tecnica espressiva, ¨¨ entrato a far parte dell'immaginario collettivo dell'ascoltatore medio. Oggi, rispetto a ieri, ha successo Fabri Fibra, il suo rap, non chi canta i suoi ritornelli. Ascoltare "Controcultura" ¨¨ prendere coscienza di questo. E' prendere coscienza del fatto l'hip hop ¨¨ un linguaggio di genere multiforme e sfaccettato, che pu¨° funzionare ovunque.
"Controcultura" avr¨¤ s¨¬ e no cinque pezzi belli, il resto sono brutte basi e brutti ritornelli. Eppure ¨¨ una figata. Parla di tutto, in maniera fottutamente eloquente. Rispetto a "Tradimento" e "Bugiardo" poi, Fibra ha rincominciato a scrivere alla sua maniera, alternando micro-narrazioni e giochi di parole, ma soprattutto ¨¨ tornato a sperimentare su quel registro stilistico del nonsense claustrofobico che tanto ha contribuito a farlo emergere. In questo senso l'iniziale "6791" ¨¨ uno dei suoi brani pi¨´ significativi da un bel po' di tempo a questa parte, almeno dalle cose pi¨´ deep di "Mr. Simpatia". Il pezzo migliore del disco per¨° si chiama "Escort", ed un'autentica mina: beat di JFK, qualche tocco di brass e tre minuti e novanta secondi che condensano l'ultimo tragico biennio della storia della nostra Repubblica, da Fabrizio Corona a Noemi Letizia, passando per Patrizia D'Addario e Piero Marrazzo. Grandiosa anche la gi¨¤ citata "Vip in trip", nella quale Fabri Fibra dimostra la non comune capacit¨¤ di muoversi su pi¨´ livelli comunicativi, dotato com'¨¨ di un'innata sensibilit¨¤ mimetica.
Altri pezzi buoni sono "Insensibile", con Dargen D'Amico, "Tranne te", "In Fretta" e l'ottima "+-". "Controcultura" ¨¨ un album simile a quelli che fanno i rappers americani mainstrem, con una manciata di killer-tracks, ottime rime sparse qua e l¨¤, basi talvolta scelte alla cazzo e molti riempitivi. Jay-Z e Snoop sono dieci anni che vanno avanti con dischi del genere, eppure continuano ad essere i capi. Fibra oggi ¨¨ uno dei capi: del rap, e della musica italiana tutta.
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La recensione Controcultura di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-10-18 00:00:00
COMMENTI (4)
beh sì mi riferivo nel mainstream
"Controcultura" avrà sì e no cinque pezzi belli, il resto sono brutte basi e brutti ritornelli. Eppure è una figata. Parla di tutto, in maniera fottutamente eloquente.
VERISSIMO!
xò: "..Tormento è pressoché sparito.." dai non diciamo ste cose, se Tormento non è + nel mainstream non vuol dire sia sparito!!! Ha fatto un botto di dischi veramente validi!
marracash
sorry.
HIP HOP POP, insomma,
pienamente d'accordo!Panorama assolutamente reale, purtroppo.
Descritto benissimo; uno dei capi.
Aggiungerei Marrakech sottocapo.
:?