Se Garbo e Faust'O sono stati i Bowie italiani, Giancarlo Onorato è il David Sylvian italiano, sappiatelo. Nel senso che è sempre stato un dandy raffinato, un poeta dell'arte per l'arte, che i suoni della sua band monzese del periodo tra fine anni 70 e inizio anni 80, gli Underground Life erano dichiaratamente New Romantic, nell'accezione più profonda del movimento che fu dei Japan, senza esserne mai, neppure lontanamente, dei cloni. Sciolta la band nel 1996, ad oggi Onorato ha dato alle stampe quattro album solisti, di cui questo "Sangue Freddo" è l'ultimo.
Onorato, però, nonostante in qualche intervista passata abbia sprezzantemente dichiarato il suo disinteresse per la musica d'oggi, un po' come fece Garbo con orgoglio (cosa per me incomprensibile: uno che fa musica dovrebbe sempre essere curioso verso il nuovo), non è in realtà restato al palo: "Sasha" si apre con una frase melodica che cita i Baustelle di "Il corvo Joe" (e sempre la band toscana fa capolino in "Regine bambine"); "Il carnevale dei morti" non a caso ha qualcosa dei Tre allegri ragazzi morti nelle modalità del cantato. Insomma, questo non è un disco di un signore di antica nobiltà fuori dal mondo, ma è il disco di un signore di antica nobiltà che porta nel suo aristocratico mondo elementi della modernità a cui riconosce valore.
Ne esce fuori un disco di ballate mai noiose, mai stucchevoli, intense ed emozionanti: non un disco da ascoltare in auto, magari, ma in sereno raccoglimento sì, dato che è fatto per insinuarsi nelle pieghe del cuore. D'altro canto, non se ne trovano molti, in giro, capaci di parlare di carnalità (uno dei temi centrali del disco) con un tocco lieve e spirituale, senza risultare sdolcinati e tediosi. Meno criptico di quanto fosse in passato nei testi (ma sempre poetico, a partire dal modo di porgere la voce), più vicino alla forma canzone, anche a quella tradizionalmente d'autore (echi di Battiato in "Io ti battezzo" e di De Gregori in "Un ragazzo speciale"), Onorato dà vita a uno dei suoi migliori dischi, fuori dal tempo nel senso positivo del termine, ovvero in quello di "sempre attuale". E bello. Cercavate un'idea regalo? Eccola.
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La recensione Sangue Bianco di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-12-16 00:00:00
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