I milanesi Mechanical God Creation propongono un death metal con chiare influenze hardcore e thrash e voce femminile a completamento. Il loro album di debutto "Cell XIII" evidenzia sin dai primi ascolti suoni puliti e ben prodotti, ritmi sostenuti ed un'ottima prova da parte di Lucy, a suo agio nel ruolo di frontman ed in grado di proporre un growl aggressivo particolarmente calzante per le sfumature HC del disco ("MTBF"). Proprio la varietà dello stile è una delle caratteristiche più promettenti, facendo spesso intuire possibilità di sviluppo interessanti, persino eclettiche ("I shall remain unforgiven"). Intuizioni che per il momento non hanno un adeguato seguito nella scrittura del gruppo, che ogni tanto ripiega su passaggi risaputi e reiterazioni dagli esiti anonimi. Nonostante alcuni punti di forza, ci vuole qualcosa di più di una buona voce femminile e di una produzione ben fatta per spiccare in un genere che presenta un numero di band estremamente alto in virtù della sua marcata, se anche incestuosa, frammentazione stilistica. Forse quello che manca al gruppo è un pugno di brani che facciano la differenza, un'identità sonora più definita e peculiare ed un maggiore coraggio in fase di composizione, che porti alternativamente o a passaggi più elaborati e vari oppure affondi i denti senza remore nell'hardcore/thrash e miri a trascinare senza pietà con canzoni immediate e memorabili.
Per ora ci contentiamo della buona aggressione iniziale di "Inhuman torture surgery", traccia riuscita che tuttavia poteva durare la metà, o dell'hardcore di "Divinity", che tanto ci riporta all'adolescenza. I Mechanical God Creation mostrano la stoffa, aspetteremo siano in grado di completarsi l'abito.
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La recensione Cell XIII di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-10-04 00:00:00
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