Non è da tutti dare una virata decisa al proprio stile come quella che gli Spiritual Front imprimono con "Rotten Roma Casino", specie se reduci da un instant classic come "Armageddon gigolò", che li aveva portati con prepotenza alla ribalta nella scena dark europea e non. Eppure, a distanza di quattro anni, le ballate scure e morbose del gruppo romano capitanato da Simone Salvatori si sono evolute dando più spazio a quello che era il loro afflato pop. Quali gli esiti?
"Rotten Roma casino" si presenta estremamente curato. L'edizione limitata è accompagnata da un dvd con video, letture di Pasolini, Pavese (la bella "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi") e Majakovskij. La realizzazione dei nuovi pezzi si distingue per qualità, con una produzione attenta, arrangiamenti cesellati, una rinnovata collaborazione con il quartetto d'archi di Morricone ed ospiti nazionali e non a dar man forte, tra cui Tying Tiffany, Tomas Pettersson degli Ordo Rosarius Equilibrio, Sonja Krasuhofer de L'Ame Immortelle ed Antonia Pastique dai Welle Erdball.
Tutto da copione, da successo annunciato. Ed ecco che la sorpresa arriva con "Darkroom friendship", pezzo d'apertura del disco e primo singolo estratto. Un'inedita e solare accessibilità prende con sè chitarre, archi e fiati, aprendo un nuovo mondo di possibilità al gruppo. Un momento di rottura, che sicuramente lascerà il segno su alcuni dei fan più ortodossi, ma in fin dei conti una rottura assolutamente benefica. Il cantautorato dannato, il tango, le calde atmosfere western e morriconiane, gli Smiths e Johnny Cash sono tutt'altro che nel passato, e brani come "Odete" o "The days of anger" sono qui a dimostrarlo. Tuttavia la nuova e liberatoria vena pop che percorre il materiale di questo "Rotten Roma Casino" li rilegge in una nuova luce, li reimpiega lungo nuove linee di fuga.
E, cosa forse più importante di tutte, gli Spiritual Front si confermano capaci di scrivere belle canzoni, pezzi personali dalle melodie riuscite e dagli arrangiamenti ricercati e ricchi di rimandi. La qualità elevata e solida di tutti i brani del nuovo disco non può che colpire, così come la loro evoluzione ad ascolti ripetuti. E se episodi come "German boys" o ancor di più la conclusiva "Overkilled heart" forse si sbilanciano troppo verso la melodia, l'equilibrio di altri, come la stupenda e già citata "Odete", è esemplare.
La sensazione è che si respiri aria nuova sul fronte capitolino. Certo per chi adorava "Armageddon gigolò" si tratta di una dipartita difficile da assimilare, ma la dedizione e gli ascolti ripetuti risultano premianti. Diversi ma fedeli a se stessi, gli Spiritual Front firmano sulla lunga distanza un altro disco pop invidiabile. Certo non apocalittico come una volta, ma facilmente tra i migliori dell'anno.
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La recensione Rotten Roma Casinò di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-12-01 00:00:00
COMMENTI (2)
niente uhm, disco bellissimo!
Uhm...