Tradizione regionale, impegno politico e influenze cantautorali. Questa formula, che ha fatto la fortuna di svariati gruppi folk, trova una ben riuscita applicazione anche negli Arangara, formazione emiliana ma di origini calabresi devota proprio alla musica della punta dello stivale italico.
"Terra di mari" è un'ossimorica definizione della Calabria, un mondo di bellezze e contraddizioni che musicalmente non deve invidiare niente alle regioni confinanti. Complice il cantato in dialetto, gli Arangara ricordano molto i conterranei Il Parto Delle Nuvole Pesanti, ma dalla loro hanno un approccio cantautorale molto accentuato che a tratti li distingue. La maggiore influenza di Gianfranco Riccelli, principale autore e compositore del gruppo, è la figura di Fabrizio De André (quello legato alla musica folkloristica), che evoca con pedissequa riverenza in tutto il disco ("A Pippa", "Siltango","Terra di mari"). Ma d'altro canto gli Arangara non disdegnano brani di combat folk alla Modena City Ramblers, in cui denunciano alcuni dei più tristi - anche se non ignoti - episodi della Calabria ("Il sogno di volare", "Sed Libera"), così come le condizioni della politica italiana ("Mio caro Presidente se leggete").
Molte tracce del disco sono impreziosite della partecipazione di artisti che hanno prestato al gruppo le loro parole: i cantautori Claudio Lolli e Pierangelo Bertoli, e perfino lo scrittore Carlo Lucarelli. A completare la tracklist ci sono episodi di provincia, sprazzi di terre remote, odori di agrumi, pizziche estasiate e gitanerie varie, spesso incorniciate di rock, che rendono "Terre di mari" un album sofisticato ma semplice, colto ma popolare; da ascoltarsi, oltre che con le orecchie, con la fantasia.
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La recensione Terra di Mari di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-12-17 00:00:00
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