Autunno, ed escono i Bachi. "Quarzo" è il quarto capitolo della saga: ascoltarlo significa perdersi tra i mille colori spazzati dal freddo vento novembrino, danze di foglie appassite a cui il pallido sole incastonato nel grigio sembra donare per un attimo nuova linfa… Tutto è così sublime, ma al contempo doloroso da constatare, come nell'attimo che precede il risveglio da un sogno e scoprire la verità, l'assenza dell'essenza delle cose.
"Pietra della Gogna" è il meccanismo che avvia il supplizio squisito dell'ascoltatore, il suo incedere minimale e marziale è il marchio di fabbrica del duo, i fan ringraziano. "Bignami" e "Dragamine", Succi canta e fa l'occhiolino a Dorella che rulla la batteria come non mai, due pezzi dal ritornello "facile facile facile" che solo qualche "orecchio duro ottuso illuso" non riuscirebbe a percepire (nessuno si offenda, i Bachi comunque si scusano per l'eventuale incomprensione). "Niente come la Pelle" è ipnosi, stato dell'arte di colpi e di trame: "che non sai se di un dopo o di un non ancora / i corpi si leggono al tatto / nel sempre di un'ora / che ha tempo e non mente e non attende niente / il collo sull'inguine la guancia sul ventre / si sente il presente nell'istante imminente passare".
La canzone si sfibra nello strumentale "Zuppa di Pietre" prima dei segnali morse di "Morse", ovvero la stasi tangibile dell'esistenza se solo si prova a misurarne il senso. "Muta" è acustico temporeggiare prima dell'esplosione: l'assoluto blues di "Notte Delle Blatte" (siamo solo bipedi in ciabatte al cospetto della Notte) e la tambureggiante "Pietra Per Pane" che tartassa un corpo già annichilito. "Non è vero quel che dicono" insinua il Dubbio come vana speranza, Lucifero lo incontri nello specchio del bagno, è "il male normale", non dirmi che non lo sapevi. "Orologeria", passo trip hop disidratato, corto circuito temporale che riesumando Isaac Hayes ci accompagna carezzandoci fino alla "Fine Pena", che ci riporta alla Gogna dell'Inizio.
Minimale e sontuoso, "Quarzo" è blues della pelle, delle cose: la poetica di Succi non lascia appigli e seppur il disco presenta alcuni degli arrangiamenti più immediati dei Bachi, rimane un oscuro monolite che pare svelare il suo significato solo se ammirato unicamente nella sua interezza, una sorta di concept album sul Mondo, meglio, sull'Essere nel Mondo. La chiave di lettura, forse, ce la fornisce lo stesso autore: "Quarzo. Il materiale granitico di cui è fatta, per lo più, la palla dove siamo in giostra, intorno a questa stella, nei 30 Km al secondo che ci inchiodano al suolo. Qualche giro in un frattempo sfuggente, fino all'ultimo istante e poi via. In quell'unico presente che ci tocca in sorte, travestito da futuro. Lasciando tracce ed emettendo suono. Come in ogni altra età della pietra, oggi solo più rapida e precisa. Eterno e presente, su ogni quadrante, il quarzo è sottopelle. Elettronico e grezzo. Tecnologico e cubico. Impulso, onda, fluido: orologeria. Sorgente granitica di cristalleria liquida. La pietra che batte la nostra ora".
Non servono altre parole, Tempus Fugit, lasciatevi rubare un'altra preziosa ora dai Bachi.
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La recensione Quarzo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-12-03 00:00:00
COMMENTI (7)
e da dove lo hai ordinato? Da dove posso ordinare album a bizzeffe senza il terrore di richiedere qualcosa di troppo ricercato e quindi INTROVABILE? L'album di Musica Per Bambini "Dio contro Diavolo" mi sta facendo penare,non trovo nemmeno quello!
Chiedo LUCE!
GEIL!!!
magnifico lo aSpettavo
underground dytiscus
daghe
grandi
p
Stupendo
finalmente...
chi ha qualcosa da dire
SUPERBI E SUPERIORI
anche questo giä ordinato tranquillamente a scatola chiusa...