A distanza di quattro anni da "Il ragno nella stanza", esce per Storie di Note il nuovo album di Fabrizio Zanotti. "Pensieri corti" è un disco compatto e leggero, segnato da buoni arrangiamenti e da un'idea musicale senz'altro più chiara rispetto all'esordio, nonostante sia segnato dalle influenze più disparate. Si parte con l'approccio alla Daniele Silvestri di "Chini Marco", passando per "L'Ascensorista" che omaggia Capossela e "Musicalenta", molto simile a "Cecco il mugnaio" dei Mercanti di Liquore. E ancora, "L'universo che ora dorme" guarda ai pezzi lenti dei Negramaro, mentre "La storia continua" ricorda "Inno nazionale" di Luca Carboni. Tutto e il contrario di tutto, unificato da un'interpretazione intensa e vocalmente vicina a Cristiano De André. Si tratta di canzoni altalenanti, che solo a tratti presentano testi e musica validi. È il caso della tripletta 3-4-5, che risolleva il disco dopo una partenza stentata nel segno di una retorica generazionale trita e ritrita (il lavoratore del call center e il sogno dell'America). A un livello più generale, Zanotti compie un passo avanti in quello che pare essere il suo obiettivo, ovvero dare all'eredità di Fabrizio De André un taglio pop, ma il disco non convince del tutto. L'elenco esagerato di riferimenti di qualche riga fa è dovuto al fatto che Zanotti non è riuscito a fare propri quei modelli e a rielaborarli. Qui sta la distanza tra il suo album e – ad esempio – quello di DiMartino. Si può omaggiare, citare e anche replicare, bisogna però avere un gusto e un talento capaci di trasformare le fonti originarie in un composto personale, che aggiunga interesse e che riesca a colpire, se non come nuovo, almeno come diverso. In questo senso, il cammino di Fabrizio Zanotti sembra essere ancora lungo.
---
La recensione Pensieri corti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-03-14 00:00:00
COMMENTI