Gurubanana
Karmasoda 2011 -

Karmasoda

A seguire l'ottimo precedente (e omonimo), ch'era manifesto focale di acid psycho-pop, ecco che il duo Ferrario/Fusari (accompagnati da baldi musicisti) giunge al secondo disco (gennaio prossimo, l'uscita ufficiale), col portato della naturale prosecuzione di concetti e attitudini già meritoriamente declinati.

Il disco è diretto, seppur mediato dalla stessa "bananologica" iconografia pop che aveva informato il primo, pieno di verve e con una sana propensione alla leggerezza. Così ritroviamo la lisergica armonia della prima "Enter Any Question", Velvet Underground e Soft Machine fuori per un tè. Possente esaustività post/pop per "Liza Show", tirata e squassata con materiali radioattivi, tra noise e nasalità reediane. Il synth preso d'acido di "Rifles" potrebbe essere il proscenio ideale per glorie ottantesche tra Supertramp e Ultravox, ma anche più marginali Barbie Bones. Bowiana "Karmasoda", voce spacey e chitarrismo acido tout court. Inglesismi da Small Faces e, manco a dirlo, il mood stiloso middle-sixties ce lo ritroviamo nella stanza.

Ciò che colpisce dei Gurubanana è il raggiunto equilibrio, diremmo letterario, tra ironia e oscurità, ferocia proto-beat e gusto per le raffinatezze d'antan, sempre lasciando di stucco e mai diventando stucchevoli. Lavoro curato, massimamente centrato - degno della migliore italianità in fatto di esterofilia.

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