Sarà forse per semplice deformazione professionale, ma non digerisco tutto ciò che appartiene al mondo dell’elettronica se il prodotto che ascolto non ha qualcosa di speciale. Certo si tratta di una percezione personale, ma nel caso specifico di questo lavoro non mi sembra si possa parlare di un particolare ‘quid’ che renda l’acquisto imprescindibile.
A pelle mi viene da pensare che il quartetto romano al momento di entrare in studio fosse ancora indeciso sulla direzione da dare all’album, finendo così per partorire un ibrido musicale a metà strada tra il commerciale e la sperimentazione. Inutile quindi dire che ho sforzato gli ascolti per fugare le prime, negative, impressioni. In sostanza non riesco ad apprezzare questa affannosa ricerca nel tentativo di coniugare ‘pop’ (in senso lato) e suoni elettronici; per carità, nulla in contrario, ma alla resa dei conti i risultati mi sembrano scarsi.
Non per questo “Ad occhi chiusi” può essere definito un cd debole: dietro al mixer stavolta troviamo anche Daniele Macchi (Zoo di Venere) e in un episodio persino Eraldo Bernocchi, ma sono fattori che comunque non bastano per poterne dire assolutamente bene.
E, ahinoi, il tentativo di replicare le buone cose fatte da Trent Reznor al di là dell’Oceano ci sembra ancora mera utopia; il progetto Denzoe continua comunque ad essere il più accreditato, ma bisogna ancora lavorare molto. Magari partendo dalle ultime due tracce, sicuramente le meglio riuscite di tutto il lotto.
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La recensione Ad occhi chiusi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-09-12 00:00:00
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