Sappiamo tutti che questi anni sono segnati da un'abbondanza mai vista di progetti e prodotti musicali. È saltato il filtro all'ingresso, fatto che da un lato permette a molti più gruppi di realizzare e diffondere album, dall'altro impone ai gruppi stessi di dover cercare una cifra personale, uno stile che – se non innovativo – possa almeno essere una rielaborazione originale. Se manca questo elemento, si finisce in un calderone gigantesco, fatto di nomi che non riescono a spiccare per musiche, testi o immaginario. The Ministro è un caso emblematico. Nonostante la compattezza, una produzione curata e buona capacità musicale, il loro disco è totalmente anonimo. A cominciare da nome e titolo, perché non è propriamente brillante la scelta di chiamarsi The Ministro e intitolare il proprio album "Tempi Moderni", a poco meno di due anni dall'uscita di un disco che si chiama "Tempi Bui" ed è suonato dai Ministri (e aggiungete che "Tempi Moderni" riporta sulla serigrafia del cd diverse banconote, e ormai sappiamo bene che I soldi sono finiti nel 2007). Il minore dei mali, per carità, ma è già indicatore di mancanza di originalità. Un elemento che si ritrova poi nelle canzoni. The Ministro suonano una sorta di patchanka-swing che unisce Figli di Madre Ignota e La Famiglia Rossi. I testi, invece, vogliono disegnare un ritratto sarcastico dell'Italia e della sua classe politica. In entrambi i casi si hanno risultati non disprezzabili, ma scolastici: gli arrangiamenti che ti aspetti, i testi che ti aspetti, i temi che ti aspetti. Stesso discorso per cover come "Una storia disonesta" di Stefano Rosso (strofa rallentata e ritornello saltellante) e per "Azzurro" di Adriano Celentano (ancora? Di nuovo? Era proprio indispensabile?). Così, traccia dopo traccia, il disco arriva alla fine, senza colpo ferire. Non si può dire che sia brutto, né suonato male. Non si può dire che lasci intravedere sviluppi interessanti. Il problema è proprio questo: di un disco del genere non si può dire niente, se non che si tratta di un lavoro dignitoso. Voi lo ascoltereste un disco dignitoso?
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La recensione Tempi moderni di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-11-24 00:00:00
COMMENTI (20)
per LEEMAVERST: si è capito che la scelta del nome e del titolo non e stata felicissima, per quanto non è obbligatorio per una band che fa altro genere musicale ed ascolta altre cose, conoscere i ministri. Comunque, sono stati già abbastanza criticati per la scelta del nome e del titolo, frutto di una sfortunatissima coincidenza, peccato. Ma vorrei sapere qual'è il vostro parere sul disco in sè, senza pensare a tutto il discorso che c'è dietro al nome ed al titolo. Capita di fare degli errori, ma i dischi sono fatti anche di musica, non solo di nomi e titoli.
:[ Non fate incazzare il Premier per cortesia. Comunque al di là del Nome e del Titolo, adesso ci sono i brani da ascoltare! Buon divertimento!:)
Ciao io sono un nuovo frequentatore di rockit, ne ho molto sentito parlare vengo nella speranza che si possa discutere di musica con un po' di cognizione di causa. Faccio due premesse: io sono della scuola che prevede per i gruppi esordienti una regola di base: se non mi piace non ne scrivo. Chiaro che capisco anche il "meglio stroncarle sul nascere certe brutture" ma un giudizio chiaramente personale, per quanto si sforzi di essere obiettivo, con il cinismo e la durezza della recensione in questione non possono essere da stimolo per una band che si affaccia sul mondo. Forse lo stimolo a sciogliersi.
La seconda premessa è "per conoscere appieno l'oggi è necessario conoscere i mille ieri di cui esso è figlio".
Cari The Ministro come fate a non conoscere nemmeno il VOSTRO presente? Dico vostro perchè di rock in Italia nel 2010 si parla, a parte come fate a non conoscere "Tempi Bui" dei MINISTRI, che proprio sommerso non è come disco, ma più che altro come si fa a pensare e continuare x 4 mess che un addetto ai lavori "Possa" conoscere il titolo di un disco che uscirà tra due anni???? Quando avete letto a poco meno di due anni, avete pensato al futuro...pazzesco.
Vabbè ho cominciato a leggere dalle nuove recensioni di gruppi all'esordio. Non sono cascato proprio benissimo. Speriamo sia un incidente.:=
(scusate ho sbagliato thread)
(Messaggio editato da worlich il 25/11/2010 13:48:39)
...la cosa più saggia da fare (oggi a mente mooolto più fredda) è rimettersi a lavoro per cercare di reinventarsi. Le critiche devono essere uno stimolo ed è questo che proprio ieri non prevaleva! Anzi...grazie per tutte le risposte ai vari commenti, rileggendo mi riendo conto che solo adesso stiamo iniziando a capire qual'è la realtà di questo difficile mondo! A presto e buon lavoro a tutti! Grazie a Rockit per lo spazio! Francesco
Ok. Allora continuo a produrre band...
enzonerecords.com (...che prima ho sbagliato...Ho scritto puntoit)
:]:]:]:]
(Messaggio editato da enzonerecords il 24/11/2010 23:09:10)
(Messaggio editato da enzonerecords il 24/11/2010 23:09:49)
la recensione dice che il disco non è suonato male dice che non è troppo originale. Vogliamo dire che lo è? Non sarebbe vero. è suonato molto bene da musicisti decisamente validi, questo si.
Se aggiungiamo che anche il nome e il titolo (sfortunatamente per i The Ministro nati prima dei Ministri) sono molto simili a nome e titolo di un disco di una band più famosa la frittata è fatta.
E sfortunatamente sotto questo punto di vista non ci si può lamentare.
Mi aspettavo una risposta del genere, infatti avevo premesso che non fa parte della professionalità di una etichetta commentare le recensioni, avevo anche sottolineato che non l'ho mai fatto prima, e non lo farò più dopo questo. Sono al terzo disco ufficiale ed ho già letto una cinquantina di recensioni sui miei lavori. Non ho mai fatto una piega nè detto una parola. Ho ricevuto sia delle stroncature ben peggiori di questa (vedi Alcool etilico) sia delle "incensature" notevoli su altri dischi. Nè tantomeno intendevo dire che il sito incensa tutti idischi. Il punto non è questo e sarebbe riduttivo e superficiale da parte mia, come dici tu "mandare i dischi a recensire e lamentarsi per le critiche". Grazie per l'attenzione
Peppe Barbera
Ragazzi io capisco la delusione di sentire delle critiche su un lavoro nel quale si è versato sangue,sudore,tempo e soldi,però è assurdo mandare il disco per farlo recensire e poi fare polemica se la recensione non è di proprio gradimento.
Poi questo discorso che rockit incensa tutti i dischi,mi sembra fuori dal mondo.
Su questo sito vengono stroncati i dischi come su tutti i siti(a parte che il vostro non è stato stroncato del tutto)
Boh? a me non sembra così anonimo...o meglio non meno anonimo di tutto l'indie che si sente da cinque anni a questa parte...solo che qulasiasi citazione in quei dischi è considerata poesia, qualsiasi suono copiato dagli anni sessanta o settanta diventa meraviglia...qui forse paghiamo lo scotto di essere un'etichetta sconosciuta...ma a me sinceramente non sembra un disco nè banale, nè anonimo...peraltro suonato benissimo da gente che con gli strumenti ci sa fare e nolto anche... Quasi tutti i dischi che sento hanno arrangiamenti che ti aspetti, suoni che ti aspetti, testi che ti aspetti e molti suonano uguali a tante e tante altre cose soprattutto straniere. Perchè solo per questo disco diventa un problema? il riferimento ai soldi sulla serigrafia del CD, poi è stato frainteso. i soldi non sono lo specchio dei tempi moderni, i soldi sono il simbolo della disparità che c'è tra classe politica e classe operaia. ed infatti non sono finiti per tutti, sono finiti solo per noi....io sono ovviamente di parte, essendo il produttore, non ho mai commentato nessuno dei dischi precedentemente recensiti, , perchè penso che non faccia parte della professionalità di una label commentare cose del genere, ma vorrei solo capire un po' di più. Perchè proprio questa volta non me lo aspettavo. Comunque tra breve il disco sarà in streaming sul sito, invito tutti ad ascoltarlo e farmi sapere se vi piace oppure no. Almeno saprò se devo continuare a fare il produttore o andare a cercarmi un lavoro.
grazie e scusate lo sfogo.
Peppe Barbera. enzonerecords.it