L'augurio più gentile rivolto all'ascoltatore dai Bad Blood è: "Enjoy your sickness". Grazie, altrettanto. Chissà se si riferiscono al mal d'orecchie, tipico effetto collaterale dell'ascolto reiterato di urlatori dalla voce scartavetrata, alla cui categoria appartiene fieramente il cantante Matteo Agresti. Il quale si sgola con tutto il sentimento mentre fa sudare la sua chitarra come solo un figlio del grunge-metal più furibondo. E gli altri due membri della band non sono da meno: ci danno dentro a scolpire con basso e batteria rocciose ritmiche fra hardcore e stoner, che non danno tregua. Nessun cedimento, niente morbidezze, "Joanie's back in town" arriva dritto e veloce all'obiettivo di fare un disco sanguigno, viscerale, infuocato, con un sound che ricerca la propria identità da qualche parte fra i deserti dell'Arizona e i boschi dello Stato di Washington, fra l'essenzialità del punk e le sbruffonerie hard. Il punto a favore dei Bad Blood, insomma, è che i ragazzi sanno quello che vogliono e che fanno, e lo gridano forte e chiaro.
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