Il malinconico grigiore romantico che permeava piacevolmente il pop-rock dei Disfunzione si dissolve quasi completamente nella proposta musicale dei MiSaCheNevica, nati dalle ceneri dei primi e che dei primi mantengono acceso il cuore pulsante, il cantante Walter Zanon. "La mia prima guerra fredda" cambia prospettive narrative e traiettorie musicali all'insegna di un'evoluzione lirica e interpretativa sì, ma anche di un'involuzione uguale e contraria sotto il profilo musicale. Se il buon Zanon si prodiga in narrazioni esistenzialiste tra l'autobiografico e l'immaginario paranoico con una rinnovata maturità stilistica, la formazione a tre sembra penalizzare i suoni invece di deflagrarli. I vuoti d'aria sono evidenti e la rivendicazione lo-fi del progetto non giustifica certo la ridotta profondità di campo né l'anemia delle aperture.
E se i preliminari di matrimonio con l'indie-pop d'oltreoceano rimangono parzialmente disattesi, le subdole infiltrazioni del vecchio e nuovo alt-pop europeo continuano invece ad insinuarsi inesorabilmente lungo i cavi degli strumenti (The Kissaway Trail, Verlaine, The Smiths ecc).
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La recensione La mia prima guerra fredda di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-11-30 00:00:00
COMMENTI (19)
Tutto chiaro e condivisibile; d'altronde se il tuo parere è spassionato non devi giustificarti di niente.
(/sermone on)
Però lasciati dire che dovresti fare uno sforzo in più per comunicare esplicitamente i tuoi sentimenti. Se ti limiti ai commenti indispettiti e non spieghi le tue ragioni, il tuo fervore rischia di essere equivocato e di farti mancare clamorosamente il punto che intendi sottolineare. Anche perché non mi sembra ci sia malafede nel recensore, forse solo un po' di pigrizia; forse la stessa che ti ha impedito di articolare meglio il tuo pensiero in prima battuta.
(/sermone off)
Concordo in pieno con l'ultima frase: un grazie ogni tanto ci sta bene.
Buon giuve, come hai ben capito sono un musicista (ma non suonavo e non suono con i MSCN)e di articoli, recensioni, reportage mi nutro quotidianamente. Per assurdo scrivo anch'io (solo reportage live però).
La cosa che mi ha mosso dentro e ha fatto sì che io dicessi la mia è stato il mettermi nei panni di chi ora suona con i MSCN e però prima non faceva parte dei disfunzione. Tutto qua, e lo dico da musicista e pensando se fosse toccato a me leggere la recensione del mio ep in questi termini. Non è questione di merito o metodo, ognuno può dire quel che vuole come vuol, ma solo di un pò di rispetto.
E lo dico dando comunque merito a chi mette in gioco pubblicamente scrivendo articoli o recensioni o le proprie idee su un sito molto seguito come rockit.
Grazie betus, anch'io dico piuttosto raramente la mia e di solito osservo con distacco quello che succede qui. Che poi anche a me non piacciono le recensioni basate sui paragoni, ma non mi formalizzo più di tanto. Perciò sapere del tuo legame con i componenti della band mi aiuta a capire il contesto che ti porta a una critica tanto accesa.
Sulle recensioni in generale sarebbe interessante e istruttivo un dialogo che non si limiti alla contestazione del metodo o del merito, ma a delineare, per esempio, gli elementi che più contribuiscono a rendere efficace un testo critico. Ma non per poi additare come eretico chi trasgredisce le regole, bensì per essere in grado di apprezzare ancora di più chi con la sua bravura dimostra che esistono delle eccezioni.
Ovvio che non è questa la sede giusta per discettare; d'altro canto l'esistenza di questi argomenti si riesce soltanto a leggere tra le righe negli interminabili flame tra recensori e lettori (che a volte sono anche divertenti, in un senso un po' morboso da reality).
Caro Antonio, se mi permetti vorrei chiederti di rispondere a questa domanda: se recensisci i MiSaCheNevica perchè parli di disfunzione?
Senza critiche o inutili giri di parole da parte mia, lo chiedo.
Te lo chiedo,poi, in maniera molto pacata e senza voler essere irritante o scortese (non mi appartiene). Sono state le parole di giuve qui sopra a farmi pensare. Anch'io sono un lettore di lungo corso ma spesso e volentieri mi piace leggere e ascoltare senza dir la mia pubblicamente, in maniera particolare in questo sito.
Avvisare di eventuali legami con la band in questione?
Si, certo! sono collega di Walter Zanon, Antonio Miotti e Marco Amore dei MiSaCheNevica: un musicista di vecchia data.
Da spassionato lettore di lungo corso voglio esprimere il desiderio che chi commenta abbia lo scrupolo di avvisare spontaneamente gli interlocutori (lettori compresi) di eventuali suoi legami con la band o con l'opera in questione. :|
Caro Alberto, l'ho ascoltato con le mie, di orecchie, non con le tue. Ovvio che le nostre prospettive d'analisi differiscano. Peraltro i riferimenti musicali che hai tirato in ballo mi sembrano poco calzanti; ma questa è un'altra storia.
Per quanto invece riguarda la mia recensione non posso certo prodigarmi nell'esegesi del testo, peraltro chiarissimo. Tu interpretala pure come vuoi. Fa lo stesso.
onestà intellettuale vuole che nel momento in cui si scrive una recensione si ascoltati un disco, ci si lasci coinvolgere, si cerca di capire il perché determinate persone hanno scritto certe canzoni, il linguaggio musicale usato, l'urgenza creativa e se quest'ultima si fa sentire etc etc
poi passo alla parte personale: mi è piaciuto perché - non mi è piaciuto perché. Motivando.
Mi spieghi allora il perché ritirare in ballo i disfunzione?
Sull' ep ho letto MiSaCheNevica.
Mi spieghi l'involuzione musicale rispetto ai suddetti Disfunzione? mi pare che il songwriting di Zanon rispecchi il momento storico-musicale in cui viviamo alla perfezione: ascolto Best Coast, Local Natives, Beach Fossil, Bon Iver e non mi pare che l'intenzione di inserirsi nella costruzione musicale attuale Zanon sia così povera. Anche rispetto al passato.
E se i preliminari di matrimonio con l'indie-pop d'oltreoceano rimangono parzialmente disattesi (cosa vorrà dire poi?!?) per me qui si crea invece un sodalizio con l'indie-pop europeo usando quello che il nord America ci propone in una versione tutta italiana. Quando dico questo penso ai Beach House, ai Blood Red Shoes.
Ora capisci perchè ti chiedo se hai ascoltato l'ep?
Certo, come darti torto, ben vengano le critiche al recensore, purché costruttive, ci mancherebbe...Rimango invece intollerante verso le spocchiose supposizioni del tipo "ma hai ascoltato l'ep almeno due volte prima di fare la recensione?". Ad ogni modo la mia onestà intellettuale è nota allo stesso Walter e a tutti coloro che ho recensito in passato; degli anonimi frequentatori del Forum poco m'importa, sopratutto quando vi entrano per la prima volta solo perché legati all'artista di turno da rapporti di parentela o amicizia...
Bhè qui almeno trovo una band davvero interessante. Cozza un po'con la recensione però. Posso? O darai del parente/amico anche a me? Questa poi!
Ok un'altra massima delle mie (le altre le ho lasiate dai precedenti The Ministro) è: come i gruppi devono acettare in silenzio le recensioni, anche il recensore si espone scrivendo a delle critiche.
Qui (rispetto alla rec. The Ministro) la scrittura (chiaram a mio modesto avviso) è migliore, ma la rec. manda un po' fuori strada. Mi aspetto di trovare testi molto interessanti, e così sembra, ma eseguiti e supportati male.
Ascoltando trovo tutt'altro, una gran bella voce e soprattutto canzoni, e non me le aspettavo.
Incuriosito ascolto anche i Disfunzione (bravo mi erano complet sfuggiti) e paragonare le due cose è un po' fuorviante. Da quello che ho sentito facevano canzoni molto Brit diciamo così, e possono piacere ad un certo pubblico, ma musicalmente trovoquesti MiSaCheNevica più a fuoco. Sembra chiaro che in questo specifico caso sottrarre suoni alla presunta ricchezza dei Disfunzione sia stato cercato per liberare a pieno le parole. Opinioni