Il malinconico grigiore romantico che permeava piacevolmente il pop-rock dei Disfunzione si dissolve quasi completamente nella proposta musicale dei MiSaCheNevica, nati dalle ceneri dei primi e che dei primi mantengono acceso il cuore pulsante, il cantante Walter Zanon. "La mia prima guerra fredda" cambia prospettive narrative e traiettorie musicali all'insegna di un'evoluzione lirica e interpretativa sì, ma anche di un'involuzione uguale e contraria sotto il profilo musicale. Se il buon Zanon si prodiga in narrazioni esistenzialiste tra l'autobiografico e l'immaginario paranoico con una rinnovata maturità stilistica, la formazione a tre sembra penalizzare i suoni invece di deflagrarli. I vuoti d'aria sono evidenti e la rivendicazione lo-fi del progetto non giustifica certo la ridotta profondità di campo né l'anemia delle aperture.
E se i preliminari di matrimonio con l'indie-pop d'oltreoceano rimangono parzialmente disattesi, le subdole infiltrazioni del vecchio e nuovo alt-pop europeo continuano invece ad insinuarsi inesorabilmente lungo i cavi degli strumenti (The Kissaway Trail, Verlaine, The Smiths ecc).
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