Giusto poche tracce per intuire quanto l'elettrodark dei [dK] ami tenere il piede in due staffe, spostando - a seconda degli umori (cosmo-sonici) del momento - il baricentro del proprio suono dalle ritmate curvature future-pop nord-europee di Apoptygma Berzerk , Clan Of Xymox e Covenant verso più coraggiose digressioni noise-ambient di minimale assemblaggio. Per gli esercizi di stile sono sufficienti tre brani mentre per le manipolazioni elettroniche ne basta addirittura uno, visto che il singolo che dà il titolo all'EP viene praticamente declinato in tutte le sue possibili trasfigurazioni di genere. Una dignitosissima prova d'equilibrio da parte dell'enigmatico trio piemontese che sulla breve distanza sfiora al contempo accelerazioni EBM e morbido songwriting new-wave (occhio agli spettri di Sylvian e Bowie, fluttuanti tra le linee vocali di "Things Collapsing On Themselves") senza bruciarsi minimamente i polpastrelli.
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