Ha ormai 4 anni il progetto Deasonika, e dopo due demo ecco finalmente il primo album, un’autoproduzione che per qualità, tecniche ed artistiche, non ha nulla da invidiare ai ben più pompati (e sopravvalutati) prodotti major.
Fin dalla traccia iniziale “Per un istante o per sempre”, il quartetto chiarisce subito le coordinate del proprio sound, un (ottimo) compromesso a metà strada tra le soluzioni chitarristiche dei Placebo e alcuni riferimenti, sparsi qua e là, all’emo-core (!!!), alla gioventù sonica e a tutto l’indie-rock che va da fine anni ’80 ad oggi. D’altronde la band ama inquadrarsi in un ipotetico filone che prende il nome di ‘post-wave’, ma la definizione non fotografa al meglio la proposta, vista la mole di soluzioni sonore utilizzate dalla formazione. Sta di fatto che le 10 tracce che compongono il cd sono istantanee già pronte per essere ‘sviluppate’ da un direttore artistico di qualsiasi major che sappia come promuovere al meglio quest'album. Perché adesso è questione di marketing, siccome i pezzi funzionano fin d’ora, e di singoli non se ne faticherebbero a trovare. Se infatti la traccia d’apertura ha un tiro notevole che ricorda quella “Pure morning” a firma Placebo, le successive canzoni risentono fortemente dell’influenza, fra gli altri, di Jeff Buckley e Francesco Renga. Del resto, il leader Massimiliano Zanotti ci sembra capace di modulare la voce a seconda delle necessità e, soprattutto, in funzione degli arrangiamenti scelti in relazione ad ogni singolo pezzo. La produzione artistica, poi, di Marco Trentacoste, ci sembra assolutamente azzeccata, e ascolto dopo ascolto ci fa apprezzare l’album scoprendo nuovi dettagli e ulteriori sfumature di suono.
Per concludere, un album come “L’uomo del secolo” - e gruppi del calibro dei Deasonika - meritano il nostro e il vostro sostegno… aspettando che la loro musica arrivi a più persone possibili.
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La recensione L’uomo del secolo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-09-17 00:00:00
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