La storia dei Cuori Selvaggi ha ormai più di un lustro alle spalle; il gruppo nasce infatti a Messina nel 1992 e solo dopo 7 anni riesce a portare alla luce il primo vero album, dopo che vari 'tentativi' erano comunque andati a segno (ci riferiamo ai due demo intitolati "Storie" e "Nel mezzo di un mistero"). Oggi tocca finalmente a "Dalla parte del cielo", 9 canzoni più una ghost-track che servono a rappresentare il presente di una band che suona indiscutibilmente rock ma non si vergogna a contaminare le canzoni di ritmi a volte reggae (Nuova energia) e a volte quasi metal (Fora chiovi). Naturalmente il percorso artistico della formazione non si esaurisce nei cambi di ritmo, ma si arricchisce di tantissime variazioni, da quelle della lingua (cantano indistintamente in italiano come in dialetto) a quelle relative alle liriche dove si affrontano argomenti scottanti come quello della droga, della malavita, della libertà e, in parte, anche dell'amore. Artisticamente il disco dei Cuori Selvaggi non pecca in maturità, siccome quasi tutti gli arrangiamenti sono azzeccati e la scelta dell'autoproduzione, da quella artistica a quella esecutiva, sembra essere ancora una volta la strada ideale. Per questo motivo un album del genere ha bisogno di essere apprezzato e, senza eufemismi, acquistato da tutti coloro che credono in una via italiana per la musica rock che non inizia e finisce solo nei negozi di dischi ma che esiste anche perché esistono realtà (di lotta) come quella dei Cuori Selvaggi.
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La recensione Dalla parte del cielo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-09-20 00:00:00
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