"Scusa, ma se vuoi parlare, vieni qua. Io rischio, tu no: sei un anonimo"
Frase rivolta a uno spettatore che stava parlando. Lo stesso spettatore a cui viene dedicata "Adius" e la sua salva di "vaffanculo" da portare nella tomba. Un pezzo totalmente stravolto rispetto alla versione su disco, improvvisato al momento, a giudicare dal tasso alcolico testimoniato dalla difficoltà nel completare parole e frasi. Signore e signori, ecco il live di Piero Ciampi. Ecco il disco dal vivo di uno dei più grandi cantautori italiani, uno che sulla carta d'identità si è fatto scrivere poeta alla voce "professione" e che nel 1976 va a cantare, totalmente ubriaco, di fronte alla platea del Premio Tenco. Quattro anni dopo sarà già morto, per un tumore alla gola. Ma nella registrazione è pulsante, ironico, beffardo, esattamente come nel secondo live, registrato al Ciucheba di Castiglioncello.
"Voi non potete approfittarvi di un artista: un artista è sacro! Io non imploro il silenzio, lo voglio!"
Nelle pause tra una frase e l'altra si possono immaginare gli occhi del pubblico, fissi su quest'uomo alto e magro, che non può fare altro che prenderli per il culo. Lo fa negli intermezzi parlati, lo fa nel modo di cantare i suoi pezzi. Pezzi che sono dei capolavori di intensità, capaci di trasmettere tristezza e umanità. Sentimenti che vengono sbattuti in faccia da "Te lo faccio vedere chi sono io", con il suo racconto di promesse di sottomarini e appartamenti alla propria donna, promesse che si infrangono sulla richiesta di qualche lira per poter tirare fino a sera.
"Io sono stato a Milano all'ultimo dell'anno. Ho detto: signori, vi amo tutti e mi hanno dato duecentomila lire. Voi siete capaci di questo? Perché io sono un'artista e voi no, dunque dovete stare zitti perché dovete imparare da me. Ascoltate! Quando voi guadagnerete duecentomila lire al giorno per fare cultura, potrete dire qualcosa. Adesso state zitti, altrimenti mi aspettate fuori. Non c'è passaporto per la cultura!"
Un disco importante, un documento che aggiunge un tassello alla figura di Ciampi. Per questo, per la sua forza, il secondo cd, con la sua raccolta di cover, non può fare altro che pagare dazio. Non per demeriti propri, ma per eccellenza altrui. Va dato atto a Capossela, Nada e Faggella di essere stati convincenti, a Pino Pavone, collaboratore di Ciampi, di essere stato commovente, così come a Morgan di avere sbagliato ogni cosa. Un omaggio sentito e di buon livello, ma dopo aver ascoltato la voce del livornese vivere fino in fondo le proprie parole, ogni tentativo di reinterpretazione diventa pressoché impossibile. Sarà per questo che il cd con le cover torna subito nella custodia, mentre il live di Ciampi riprende a girare.
"Se io riuscissi a essere uno di voi, sarei un fuoriclasse. Prego, un applauso"
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La recensione E continuo a cantare di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-12-01 00:00:00
COMMENTI (4)
"Voi non potete approfittarvi di un artista: un artista è sacro! Io non imploro il silenzio, lo voglio!" Unico Piero Ciampi
"Io non imploro il silenzio, lo voglio !"
Complimenti per la recensione . Amo Piero Ciampi.
Ascoltai tempo fa "Disperati intellettuali ubriaconi" in cui c'era proprio "io,te,maria" di Piero Ciampi con Stefano Bollani al piano e Bobo Rondelli alla voce...davvero splendida.
Una delle migliori cover.
Bella bella
:)
Grande recensione... come sempre!