Non so fino a che punto sia casuale la somiglianza etimologica con i Timoria, certo é che la posizione artistica dei Baldoria non é poi così lontana da taluni atteggiamenti tipici delle produzioni più impetuose della vecchia versione di Pedrini e compagni. Senz'altro questi siciliani ricercano una loro identità, arrampicandosi sul versante più hard di un rock che non disdegna velate incursioni nella ballata d'autore.
Cinque brani che ondeggiano su note avvolgenti, impetuose e dai risvolti cupi, con una spontanea attitudine a tessere robusti intrecci melodici, sorretti da preparazione e affiatamento.
Purtroppo non mancano note assai dolenti a compromettere la buona riuscita di questo lavoro.
Lo stile risente pesantemente dell'influsso di modelli classici ormai triti e ritriti, che pur manipolati con estrema padronanza, mancano della profondità necessaria per ascolti prolungati. La passione e la bravura di questi musicisti non sono infatti accompagnati da altrettanta freschezza compositiva in grado di conferire agilità e brillantezza ai pezzi contenuti nel Mini CD.
Seppur dotata di ottimi mezzi, non convince anche la parte vocale che, oltre a non essere ispirata da liriche incisive, pecca forse di un'enfasi eccessiva che alla lunga si rende stucchevole.
Nonostante il calore e lo spessore tecnico, i Baldoria non riescono a convincermi, ma meritano un'altra possibilità, fosse soltanto per il manoscritto di Michele che termina con:"...ce la mettiamo sempre tutta."
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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-09-18 00:00:00
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