Stanchi della retorica catastrofista post anni zero? E allora ben venga il ritornello di "John Cassavetes":
"Che se dovremo parlare, gridare, restare in silenzio almeno, facciamolo bene, come in un film di John Cassavetes".
Insomma pare che non si scappi, ma almeno facciamolo con classe questo atto definitivo contro il Sistema che ci rende stanchi. Il Garage rimane (sfortunatamente) il segreto meglio custodito di Bergamo, una perla rara che dagli abissi del Profondo Nord con la sua luce può far da faro per chi ci crede ancora a quell'Orizzonte sempre più lontano in superficie. E non sarà un caso che i ragazzi sul territorio si stiano muovendo con Fumaio Records, piccola etichetta che riunisce attorno a sé le realtà più valide della città (lo scapigliato cantautore punk Caso, i già apprezzati Bancale in arrivo con un album prodotto da Xabier Irondo e le trame post-noir de La Nevicata Dell'85). Insomma la ricetta è sempre la stessa: saper ascoltare, aggregare, farsi sentire.
Rispetto al suono del precedente ed estatico "Pinpilinpauxa", questo EP vira su un energico e rumoroso rock anni 90 (sembrano i Tocotronic per chi se li ricorda) spinto da una vera batteria che funge da spina dorsale, anche e soprattutto essenziale per le esibizioni dal vivo. Le tematiche di "Pugni Nell'Aria" riguardano solo in parte Bergamo, i suoi vuoti e le sue ingiunzioni "anti-degrado" (coprifuoco anti-immigrazione compreso): sì, perché se in "La Classe Operaia Va Al Bolgia" i ragazzi cantano "Questa mia città è come una bestemmia, che sale tra la nebbia e grida per pietà" il concetto, seppur ben geo-riferito, è estendibile a tutta la provinciale Terra dei Cachi. "Tra i Resti Dei Resti" è lo stesso, rivalsa attiva e positiva contro questo disincanto che pare soffocarci tutti ("E poi disperso tra i resti dei resti del giorno distrutto, rimasto sospeso tra l'incubo e il sogno, cercando un finale migliore di quello già scritto").
Questo EP è una risposta a quelli che, in generale, si lamentano: una vera lezione fordista applicata al romanticismo fondante dell'utopia dell'Amore, ma quello vero e inafferrabile, quello con la A. maiuscola, quello delle cose belle e importanti prima di tutto per noi stessi (la musica, suppongo per tutti voi dietro lo schermo). Ed i Pugni nell'Aria, servono anche a questo, a trovare lo spirito giusto per f-a-r-e b-e-n-e le cose. Pare impossibile? Lo dice il testo di "Signora Con Cane": "Non sai che il mio talento unico è la Resistenza, aumenta l'intensità della sofferenza, m'illumino". Molto politici, ma molto bravi perché tengono gli occhi aperti.
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La recensione Pugni nell' Aria EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-02-02 00:00:00
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