I Cibo sono uno di quei gruppi difficili da capire ai primi ascolti, non tanto perché facciano musica complessa o intellettuale, anzi, semplicemente perché, all'inizio, non si riesce a capire se siano una presa in giro. E' assolutamente legittimo che un ascoltatore dopo aver scaricato "Qualità" si chieda: che cazzo è sta roba?, ci sono o ci fanno?
Mescolano hardcore e rock più leggero in un modo che è, al di là di ogni possibile gusto personale, senza dubbio curioso. In questo disco hanno un po' abbandonato la parte grind che li aveva caratterizzati nel precedente "Appetibile", pur mantenendo (fortunatamente) le tipiche urla. Hanno sviluppato invece una vena più melodica, con un cantato maggiormente disteso. Le parole sono diventate perfettamente comprensibili anche all'ascolto, e la durata dell'album intero supera il solito quarto d'ora tipico dei dischi grind.
I testi sono ironico-demenziali, e ce n'è un po' per tutti: dai pomodori e arance in lotta con i limoni ("La spietata legge della frutta"), alle femministe convinte e incazzate che poi si rivelano facili e superficiali ("Credevo fosse amore"), fino al calcio e alla sua finta utilità ("Il calcio è un gran bel sport", con un ritornello che sembra quasi la parodia di una sigla da cartone animato sul genere Holly e Benji). Non mancano nemmeno episodi ai confini del non-sense: "Der hund ist eine apfel", che parla proprio di quello che dice il titolo: il cane che è diventato una mela.
Sono senza dubbio un gruppo provocatorio, ed è forse da intendere in questo senso anche il cambio di musicalità. Come scritto all'inizio, i Cibo vanno inquadrati, ma in realtà senza ragionarci su troppo, che probabilmente essere presi sul serio è l'ultima cosa che vogliono. E a noi va bene così.
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