Ambientazioni sbiadite e soffuse, costruite con eleganza su un sostrato di elettronica asciutto e minimale. Quello dei Maybe Happy è un esordio che affascina, molto, per sobrietà e delicatezza: otto tracce grigie ed umide, giocate costantemente sul filo di un rimando dark-wave britannico malinconico e cupo. Otto pezzi fatti di pulsioni elettroacustiche e sospiri: l'ascolto di Fujiya & Miyagi ("Aperitive queen") si mescola a quello dei Notwist ("The way I hold you"), realizzando un prodotto morbido e raffinato, raramente esplicito, teso in modo lineare verso una dimensione emotiva volutamente anonima e distaccata (inglese?). Buoni i testi («your love on sale on ebay»), come le partiture dei pezzi, ben dosate tra accenni di basso e chitarre lontanamente floydiane. Un lavoro che, a ben vedere, mescola tante influenze continentali (dalla soft-disco stile Momus alla detroit americana) ma che resta ben chiuso in una dimensione ermetica diffidente e dura a confessarsi. Il risultato? Trenta minuti metallici, pacati e raffinati quanto inquieti ed emotivamente confusi. Sospesi. Come l'effetto (voluto) di una foto scattata fuorifuoco.
---
La recensione Until 7:00 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-12-02 00:00:00
COMMENTI (1)
dai geniaccia!