Dopo "Niente è come sembra" (Udu Records, 2006), gli Ondamedia giungono al loro secondo disco ufficiale con un'opera di dodici tracce, tutte scritte in italiano. L'ambizione sembra essere quella di realizzare un concept-album come quelli che si facevano in ambito progressive circa quarant'anni fa: il disco è completo di introduzione, epilogo e addirittura di un pezzo diviso in due parti ("Mentore"). I testi, che in effetti sono molto curati e raffinati, seguono una tematica comune, quella della ricerca di se stessi. Anche i suoni spiccano per la loro qualità e sobrietà. Insomma, si parte più che ben disposti di fronte ad una proposta del genere.
Passando al merito di queste "Strade senza volto", possiamo notare come siano due le parti che compongono l'album: una, iniziale, molto piacevole ma purtroppo breve, ed un'altra, successiva, che è troppo complessa e rischia di diventare noiosa. Per quanto riguarda la prima, notiamo come, dopo un'introduzione strumentale interessante ed evocativa ("Respiro"), "Simbolo" si imponga con tutta la sua carica di malinconia post-rock, che per lo stile e l'attitudine è assolutamente figlia del nostro tempo, alla Mogwai per intenderci. "Uomini senz'alba", la canzone successiva, ha un piglio più hard-rock, ma non perde in raffinatezza e completezza, anzi, l'approccio più deciso valorizza la voce salda del cantante Fabrizio Collacchi, che in certi passaggi del pezzo ricorda quella di Fiumani dei Diaframma.
"Come eravamo" segna invece l'inizio di quella che si può considerare la china discendente del disco: da qui in poi, i pezzi risultano in prevalenza privi di mordente. Si veda "Un giorno perfetto", che - sarà la melodia alla Irene Grandi, sarà la lingua italiana, che rende tutto più vicino al pop nostrano della peggiore specie - suona veramente nazional-popolare, oppure "Verso di me", che risulta troppo difficile da seguire, nonché "Capoverso", vero colpo di grazia, risulterà pesante a chiunque non sia un fanatico del gruppo. Fanno eccezione due buone canzoni: "Germi che splendono" presenta una parte strumentale di valore, che ricorda a tratti certi lavori dei Pink Floyd, richiamando al contempo a decise pulsioni hard-rock, ed "Oltre la siepe" che lungo i suoi sette minuti alterna sapientemente parti vivaci ed aggressive a momenti più riflessivi.
In definitiva, se la band riuscisse a rimanere sempre sullo standard di pezzi come "Uomini senz'alba" o "Germi che splendono", i suoi lavori risulterebbero decisamente più interessanti. Purtroppo restano episodi isolati. Considerando anche l'età della band, sembra quindi difficile che gli Ondamedia possano riproporsi in futuro con qualcosa di più interessante di questo lavoro, che - nonostante le ambizioni - non può andare oltre un giudizio sufficiente.
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La recensione Lungo strade senza volto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-02-01 00:00:00
COMMENTI (1)
...Caricati nuovi brani e un nuovo video!!