Gargantuesche espressività poetiche si perdono sotto il capovolto divano acustico dell'immobilismo emotivo. Sì, perchè "Divanofobia", EP omonimo di questo gruppo bolognese nato nel 2008, ha la caratteristica di voler trasfigurare la parola poetica in musica, grazie anche alla collaborazione con un giovane poeta contemporaneo, Roberto Batisti. Coniugare verso poetico quasi accademico e arrangiamenti non è poi così semplice, e infatti in alcuni brani di questo EP emerge spesso una discrepanza fra testo e musica. Ma veniamo al perché queste sei tracce meritano di essere ascoltate.
I Divanofobia si dichiarano indipendenti, per così dire, da molte cose e prima di tutto dall'immobilismo cultural-socio-emotivo simboleggiato da quel divano(fobia) del titolo. Di per sé, non è certo una presa di posizione innovativa, ma lo diventa grazie alla forma che i quattro bolognesi hanno saputo dare a questa "filosofia". Esprimere la propria identità creativa liberamente, senza slanci particolarmente azzardati, trasforma il pop rock dei Divanofobia in un posato compendio di scenari emotivi, raccontati in punta di piedi.
Alcuni pezzi come "Forza e sigarette" o "Sorprendente", riescono a ricamare un piglio melodico sospeso, dove l'arrangiamento sfiora i testi e - senza toccarli - crea un'esplosione di semplice e quotidiana armonia. Ed è proprio la semplicità una delle tematiche principali dei Divanofobia. Una semplicità che sfocia in un "Se d'improvviso dal mondo sparisse il caffè..." , una frase che testimonia la vena naif e tutta tesa verso la descrizione di sensazioni e gesti quotidiani.
Le cinque di mattina, l'insonnia galoppante, e ho la sensazione, per un attimo che la luce dell'alba color grigioinazzurro si intoni perfettamente agli accenni un po' retrò dei testi e della musica. Audace esperimento di poesia pop-rock.
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La recensione Divanofobia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-06-23 00:00:00
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