Stanno sulle spalle dei giganti ma non vedono ancora così lontano: un esempio di miopia musicale per un concept d’amore dal sapore troppo noto.
Fare un disco non è come suonare cover. Ho l’impressione che la Nuova Compagnia Instabile non sia troppo consapevole di questo. Bravi a suonare De Andrè ma quando si tratta di fare qualcosa di inedito occorre prendere le distanze dai propri riferimenti musicali che non vanno né dimenticati, né riproposti. Non interessa molto che esista un nuovo De Andrè, un altro Battiato, un De Gregori postmoderno. Quello che vogliamo sentire non è solo buona musica, ma qualcosa di vero, di nuovo, qualcosa che ci colpisce perché ancora nessuno lo aveva detto cosi, semplicemente in quel modo. Ascoltando “Incontro con il re dei pesci” non ho avuto affatto la sensazione che avrebbe potuto in qualche modo incidere sulla nuova scena musicale italiana, che ultimamente è assai ricca e densa di talenti. Anzi, avevo sempre sulla punta dell’orecchio questa o quell’altra canzone di De Gregori o di altri meno virtuosi, in particolare mi riferisco a “Il suo letto e una nuova vita”, pezzo che ti fa impazzire nella ricerca delle melodie analoghe.
Il disco apre con la fisarmonica e il violino: “Cosa posso ricordare” è una sorta di overture che si distanzia solo di una nota da una frase melodica del noto canto religioso “Fratello sole e sorella luna” di Riz Ortolani che viene giusto accennato. Non so quanto questa citazione sia intenzionale, ma i nostri scelgono una cadenza diversa per concludere la frase melodica. "Incontro con il re dei pesci" è un disco che sembra voler dare importanza solo alla parte vocale e in cui gli strumenti scompaiono, cosi come in “Idea” dove gli effetti e l’Hammond prendono il posto di un valido sostegno armonico, il quale sembra essere assente o poco pregnante per tutta la durata del disco.
Gli strumenti spariscono anche quando in “Vite parallele” vengono cantate quelle che sono considerate le parole più importanti del testo. Si prosegue con la sofisticata “Adele”, si sogna con la bella melodia di “Non ti sento più”, si cita De Andrè in “Tango al buio” e si chiude con l’Hammond ostinato e assordante in “Sei ancora li”. Un lavoro che dà solo importanza alla voce e non alle parti che compongono il tutto. E’ davvero un peccato non avvalersi di tutte le risorse.
---
La recensione Incontro con il re dei pesci di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-08-30 00:00:00
COMMENTI