Hai fatto un primo disco intenso - facendoti notare come un ottimo cantautore con le chitarre elettriche - e poi hai realizzato un secondo album più acustico e con una scrittura in netto miglioramento. Cosa fare per il terzo? L'ideale sarebbe prendere il meglio dai due lavori precedenti, impastando tutto in una sintesi che superi entrambi. Ovvio, scontato, quasi impossibile. A quel quasi, Ettore Giuradei si è attaccato con forza e, insieme al fratello Marco e ai musicisti che da tempo lo accompagnano in tour, ha messo insieme "La Repubblica del Sole", ovvero uno degli esempi più limpidi di pop d'autore partoriti in Italia negli ultimi anni. Come detto, c'è il meglio dei primi due lavori: dopo la parentesi prettamente folk di "Era che così", i suoni e la produzione ricordano maggiormente i brani dell'esordio: si guadagna in pathos, rafforzato anche da una scrittura ormai rodata e che non ha timore di abbandonarsi a sfacciati inni d'amore ("Se mi andrà bene ti amerò per sempre / se mi andrà meglio morirò per te", da "Eva"), né di cercare la strada di una riflessione generazionale. Accade in "Paese", ad esempio, che mette in fila pruderie e bigottismi provinciali tramandati di padre in figlio. È però in pezzi come "La Repubblica del Sole" che Giuradei mette in mostra tutto il potenziale di cui dispone: accompagnato da un video molto riuscito, in cui vengono dissotterrati da una spiaggia i cadaveri eccellenti della cultura italiana, il pezzo è strutturato per entrare in testa con velocità imbarazzante. Strofe rapide, ritornello circolare cantato in modo ipnotico. In sintesi, una perfetta canzone pop. Dai tempi d'oro dei vari Gazzè, Silvestri o Pinomarino, diversi artisti hanno cercato di partire dal cantautorato e dalla sua pesante tradizione, per arrivare alla forma pop. Il percorso contrario è ricco di gruppi che ci sono riusciti con successo, ma questa direzione ha visto ben pochi vincitori, tra i quali Samuele Bersani e Dente. Con questo lavoro, Ettore Giuradei mette la sua ipoteca sulla faccenda. Disco della maturità, della consacrazione, usate pure la frase fatta che preferite, l'importante è ascoltare questo album, entrarci dentro, cantarlo, sentirlo dal vivo, perché è l'album che trasforma Giuradei & Co. in una delle realtà più belle della musica d'autore italiana.
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