Che diavolo ci fanno i Tribà su Rockit? Per tutti quelli che hanno ascoltato soltanto il loro successone estivo “Mama insegnami a ballar”, potrebbe sembrare fuori luogo inserire nel contesto di questo sito una band da hit parade modaiola come quella in questione. In realtà i Tribà non sono un fenomeno da baraccone, non sono il classico exploit estivo che si consuma nel giro di tre mesi. Esistono dalla fine degli anni Ottanta ed il sottoscritto, in particolare, li ha visti spesso suonare dal vivo in Torino e dintorni, diversi anni fa, quando ancora erano un gruppo come tanti, alla ricerca del proprio spazio. Le percussioni dominavano su tutto, con ritmi prettamente afro-tribali e ballerine alle prese con danze forsennate per seguirne le battute percussive. Nel tempo i Tribà sono cresciuti, professionalmente e di numero, arrivando alle quattordici unità attuali, alle quali si aggiungono altri personaggi che in un modo o nell’altro fanno parte di questa “comunità tribale” (vedi Josh Sanfelici dei Mau Mau). Questo “Ritmo criminal” che oggi ascoltiamo contiene l’essenza della band torinese, tutto il suo percorso, dalle percussioni degli inizi (“Jingojo”), al calore latino-americano di oggi (“Moheo”, “Vieni con me”). Ma la cosa bella di questo disco è la costante varietà di suoni, di voci, di colori: hanno scelto di affidare le parti vocali a due cantanti, uno cubano, con background rap, e l’altro italianissimo, Bobo Boggio, noto per aver guidato la ska-band torinese dei Fratelli di Soledad. Così quando canta il primo sembra di trovarsi direttamente a Cuba, mentre il secondo è più ruvido, stile Buscaglione, e si inserisce perfettamente in un mambo o in una samba, con una piacevole sorpresa. Ma le sfumature non si limitano a questo. C’è del rap, del raggamuffin’, dell’elettronica, della dance, in questo lavoro. Il “Ritmo Criminal” prende di brutto e lo consiglio anche a chi non stravede per questo genere, ma soprattutto consiglio di non farsi scappare l’occasione di vederli dal vivo: quattordici elementi stanno troppo stretti in uno studio di registrazione, la loro energia deve essere sprigionata in uno spazio più ampio, deve raggiungere direttamente il pubblico senza barriere.
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La recensione Ritmo Criminal di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-09-24 00:00:00
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