È che Damiano Simoncini fermo non sa stare: dopo i Damien*, momentaneamente sospesi, e la collaborazione con gli Young Wrists, eccolo ora alle prese con i Versailles, fresco progetto pesarese nato dall'incontro tra il batterista marchigiano e Manuele Magnini (già Container 47 e Key-Lectric).
Quella di "Dust & Chocolate" è musica selvaggia, com'è giusto che sia: rumorismi noise, virate hard-rock ed immancabili reminiscenze wave si mescolano dando vita ad un suono violento e tirato, secco. Tra Fugazi e Faith No More, le influenze anni 90 si consumano nelle ritmiche post-hardcore di "Shoot the band" o "The Number": pezzi rapidi e nervosi, tendenzialmente punk, inquieti ed istintivi eppure realizzati in modo solido e tutt'altro che approssimato. Buona la prima parte del disco, capace di gestire con lucida razionalità anche gli impulsi più giovani e smaniosi ("Credere"). Dubbia invece l'efficacia di alcune scelte: su tutte la cover di "Mongoloid" dei Devo (interpretata in modo davvero troppo fedele all'originale per essere, appunto, una cover) e la parte conclusiva del lavoro, che accantona l'eclettismo dei primi pezzi per affossarsi su semplici strutture noise, pur ben fatte, ma alla lunga pesanti e poco efficaci all'economia dell'album.
Nel complesso una prima prova giovane, carica di spunti e forte di un potenziale artistico notevole, ma non sempre gestito al meglio. Che i due ci sappiano fare si sa, si sente. Sono selvaggi e ricchi di buone idee. Per ora lasciateli sfogare. Poi si vedrà.
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