I romagnoli MMK – nome ispirato al Museum für Moderne Kunst di Francoforte, uno dei pochi esempi al mondo di museo concepito principalmente per la produzione contemporanea – non sfuggono al revival delle sonorità anni novanta. Periodo d'oro per taluni, vero e proprio Rinascimento musicale per molti, e per tanti secondario solamente ai migliori anni 70.
La band nasce nel 2009 a Forlì e arriva al tanto agognato demo intitolato "Four means rise" nell'estate del 2010. La copertina del disco - raffigurante un uomo solitario seduto su una panchina che assiste all'esplosione di un ordigno nucleare - è il manifesto delle visioni e ossessioni dei Nostri, ed il giusto affresco dell'alienazione della società e della rivolta del singolo individuo contro il pensiero comune. Tutti temi contenuti nelle liriche degli MMK, che ben si destreggiano tra citazioni orwelliane e musiche figlie dello stoner rock di ispirazione kyussiana.
Le quattro tracce scorrono con estremo piacere tra gli intrecci alternative rock di "D" e "Reflection" e i frangenti indie rock di "Footprints", senza mai scadere nel banale e nel ridondante. Il demo dei romagnoli è davvero di ottima fattura e di gran spessore, pur non mancando ampi margini di miglioramento sia nel sound che in alcune linee vocali.
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La recensione Four means rise di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-01-24 00:00:00
COMMENTI (1)
Solo ampi margini di miglioramento nel sound e (io aggiungo "soprattutto") nelle linee vocali?