Dire Radiohead sarebbe obbiettivamente troppo, si dica Elbow allora, perchenò, magari in trip da Depeche Mode. Per questo trittico di canzoni che saranno anche ‘senza senso’, ma ti entrano dentro come 3 piccole- malizia- svogliate carezze al cuore…
… Come infilarsi nudi sotto un plaid dopo aver passato la notte a ritrovar la strada sotto un diabolico nubifragio: il tepore, i capelli che ancora sgocciolano e quell’elettrostaticità che quasi la tocchi nell’aria…
…Come trovarsi abbandonati dopo essersi lasciati andare alla Perdizione, forse…
Il dark degli esordi si diluisce in tappeti sonori sommessi, la voce è una nenia in falsetto (oh, Muse !) che culla i tuoi sogni imperfetti, chitarra/basso/batteria e computer in perfetto equilibrio: bentornati Ljubarosa! Dopo alcune traversie interne che ne hanno praticamente dimezzato l’organico. Eccoli ora, ‘nonostante tutto’ verrebbe da dire- con una convinzione di fronte a quella malagrazia di cui la vita, a volte, abusa- eccoli, di nuovo e per fortuna, con questo minicd che è ricamato con fili d’argento di forza e grazia. Come dire: 3 canzoni confezionate come fossero 3 Pastiglie Dell’Oblio per l’inverno prossimo venturo. Una preghiera: Approfittatene voi, anime calde, qui e ora, prima di qualsiasi cieca major…
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La recensione The no-sense song (single) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-09-28 00:00:00
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