Matteo Levi è un musicista che, archiviata l’esperienza accumulata in varie band, ha deciso di intraprendere la carriera solista. "Seguimi" è il risultato di questo percorso in solitario, un lavoro sicuramente influenzato dalla vena rock di Manuel Agnelli e soci e dei Marlene Kuntz ma soprattutto di Paolo Benvegnù ("1000 modi", tra i pezzi più convincenti, fonde proprio un arrangiamento in stile Afterhours anni ’90 con una linea melodica vicina alla voce dell’ex cantante degli Scisma).
I testi scivolano a volte nella banalità senza lasciare il segno, ma, passate le undici tracce di quest’album la sensazione è che valga la pena di seguire Matteo Levi anche in futuro. E' un pop variegato, si ramifica fino a toccare il parlato di "Se tu avessi sete" o lo strumentale jazzistico de "La condizione umana", il rock claustrofobico di "Una pietra scartata" o la ballad acustica sorretta dagli archi di "Solo". Non è certamente un album impeccabile; manca, come a molti, una maggiore originalità e un tessuto musicale meno ripetitivo. Ripeto, vale la pena però tenerlo d'occhio.
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