Direttamente dal Veneto, gli Eresia si presentano con il loro secondo album dopo “Parole al buio” del 1999, e per loro ammissione lo fanno con una miscela esplosiva di trash/death metal.
Quello che viene fuori dall'ascolto del cd sembra però orientato ben poco verso il trash, che si sente solo a tratti, e la musica pare strizzare decisamente l'occhio verso sonorità brutal legate alla vecchia ondata death furente e claustrofobica della Florida primi '90 (qualcuno di voi lettori ha mai sentito parlare di Morbid Angel?)
Il disco scorre veramente bene e i testi, cantati interamente in italiano, parlano di esperienze personali mescolando Kafka (ascoltate la song “Metamorfosi”), Dante, e la letteratura di formazione con Hesse. Il tutto si mescola con un effetto dirompente sull'ascoltatore che viene trascinato in un vortice di rabbia, e la sensazione di trovarsi persi in un abisso sale di canzone in canzone. Stupenda la voce growl di Massimo Bravi e le chitarre incazzate con suoni ottimamente ricercati; altrettanto precisa è la sezione ritmica, con la batteria (a tratti grind!) e il basso che pulsano come due cuori impazziti.
In definitiva tutte le song sono ottime e fa veramente piacere leggere i testi in italiano - considerando che difficilmente il cantato viscerale permette la comprensione anche di singole parole se espresse in lingua inglese. Tra tutte, ascoltate l'incredibile carica di “Sei solo”, “Altrove” (cantata da David Roncai deiDistruzione) e “Ultima notte”, con le chitarre che si inseguono sotto un riff trascinante e dannatamente DEATH!!!
Voglio dire un ultima cosa: se dal vivo siete solo per metà cosi cattivi… corro subito a vedervi!!!
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La recensione Moto imperpetuo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-10-02 00:00:00
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