Gli Scat nascono nel 1998 e l’impasto sonoro che propongono si potrebbe definire come una sorta di pop dalle tentazioni free, che offre prolungate occhiate d’intesa al funk e al jazz. Le venature etno-funk di “Paranoia”, intrecciate alla voce potente di Anna Marmolino sono un biglietto da visita eccellente, subito potenziato dalle sfumature di sax e dagli effetti liquidi della chitarra in “Cervellotic Adrien”, un brano dalle atmosfere notturne e cupe, che sfociano in esplosioni al limite del noise. C’è poi, qua e la, qualche cenno di psichedelia, nell’apertura sonora soprattutto, e nella fluidità quasi magmatica di alcuni fraseggi. Il brano più riuscito, a nostro avviso, è “Piove”: un lento crescendo di rullate marziali, chitarra lacerante e voce ad un filo dallo spezzarsi. Blues, invece, è ciò che si sente in “13/8”, della qualità più crepuscolare.
Un gruppo, quindi, che si dimostra piuttosto affiatato e che, non a caso, ha registrato questi cinque episodi dal vivo, cinque brani che, se perdono qualcosa nella qualità del suono – la ruvidità è comunque cercata -, guadagnano invece molto nella qualità della scrittura, che accumula strati di suono più che accordi, stati d’animo più che note.
Attendiamo il seguito, magari appena meno grezzo; questi venti minuti, intanto, sono un ottimo modo di ingannare l’attesa.
---
La recensione Direct sound di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-10-03 00:00:00
COMMENTI