Fa sempre piacere ritrovarsi tra le mani un disco di duro e puro rock'n'roll "come lo si faceva una volta", e la proposta dei friulani The oracles altro non è che questo, semplice r'n'r. Il singolo "What's my style" è un rockabilly alla Three bad jacks, mentre la bella "Prisoners" ricorda gli intrecci di chitarra degli Screaming trees, ma le sonorità hanno sempre un occhio rivolto all'Inghilterra dei Blur ("Hand in hand"), soprattutto per la voce e i cori; le tiratissime "Checkpoint Charlie", "Mushroom" e "Jukebox" (quest'ultima pericolosamente vicina alla "Purple haze" hendrixiana e a "Butterfly" dei suddetti Screaming Trees) trasudano impegno e devozione verso questo genere ripreso nella sua forma arcaica, senza scegliere particolari declinazioni delle millemila in cui il rock nei decenni si è diviso, per quanto si riconosca un'evidente predilezione per l'America dei 70 e l'Inghilterra dei 90. Anche la scelta dell'ordine della tracklist è decisamente equilibrata tra momenti ad altissima tensione e ballad morbide ma mai smielate.
Un esordio coi fiocchi se si pensa anche che il mixaggio è opera di Mike Marsh (Oasis, Bjork, Prodigy e non aggiungo altro) e la registrazione dell'ultra-referenziato Enrico Berto, che aiutano (non poco) gli Oracles ad avere un sound di respiro internazionale che nulla ha di italiano. Certo, l'effetto deja-vu è sempre dietro l'angolo, e non si può affermare che gli Oracles cambieranno il volto della musica o non paghino un debito esageratamente alto verso un pesante passato di 40 anni di musica e musicisti stra-affermati e seguiti da un pubblico numerosissimo e variegato, ma come ha avuto modo di dire una volta una band talmente famosa da non aver bisogno di essere nominata "it's only rock'n'roll, but I like it".
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La recensione Have a nice trip di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-02-22 00:00:00
COMMENTI (1)
Non originalissimi però hanno davvero un gran bel tiro