Anticipiamo subito i detrattori: avercene di band che suonano come i The Hives!
Perché se l'accusa principale da muovere agli Smart Cops é quella di replicare il sound di Pelle Almqvist e soci, siamo i primi a concordare. Però quando scatta il play, "Per proteggere e servire" lo ascolti tutto d'un fiato… e pure volentieri! Pensi infatti che sia il caso di fottersene di rimandi e citazioni quando trovi finalmente un album che magari nulla ha di "rivoluzionario", ma di sicuro serve ad aumentare il tasso di adrenalina nel corpo per quella manciata di minuti in cui l'ascolti. Oltre a ciò il quartetto ha, secondo l'immaginario tipico del genere, il classico physique du role, proprio come te lo aspetteresti.
One, two, three… l'inizio é al fulmicotone: "Realtà cercami" é un assalto sonoro di un minuto e mezzo che apre la strada a "Vesciche in guerra", altra staffilata su cui dovrebbe scattare un pogo violento ovunque voi siate. Poi ci sono "Il cattivo tenente", "Facile bersaglio" e "Gambe levate", forse le tracce che pagano il pegno maggiore alla band di "Veni Vidi Vicious" e "Barely legal" - ciò nonostante il risultato finale é da applausi… o da pogo forsennato se volessimo essere didascalici.
Il resto, da "Meglio insabbiare" (sorta di "White riot" di clashiana memoria con assolo centrale) a "La soffiata" sono proiettili r'n'r che bruciano rapidamente, mentre la conclusiva "Sangue d'Africa" sembra richiamare l'epoca del paisley underground, risultando una piacevolissima variazione sul tema.
Sarò sincero: é da un bel pezzo che nel genere non si sentivano canzoni che facessero scattare la molla, e per di più qui si canta in italiano. Poi, come di consuetudine, i quattro veneti sarebbero da vedere su un palcoscenico per intuirne l'effettiva portata, ma al momento si può affermare con assoluta certezza che conoscono e applicano alla grande i canoni di riferimento. Se avete un debole per il r'n'r, gli Smart Cops sapranno come colpirvi al cuore.
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