Se cercate "lowbrow" su Google, vi usciranno immagini inquietanti, abitate da bambole con sguardi e atmosfere disturbanti. La lowbrow art viene definita surrealismo pop e ritrae figure della cultura di massa con una visione per nulla conciliante. Gianluca Rimei guarda a questa corrente artistica nata negli anni settanta e vi aggiunge un punto esclamativo per dare un nome al proprio progetto, realizzato in totale solitudine e autonomia. Dopo aver girato in lungo e in largo il mondo della musica italiana come batterista (Il Genio, Beatrice Antolini, Jolaurlo e molti altri), Rimei arriva al suo primo album solista con "16 Black & White Buttons", un lavoro che vive a metà tra due spinte contrapposte. Da una parte la tendenza a ricreare situazioni poco rassicuranti, dall'altra una volontà di apertura a sonorità accoglienti. La prima emerge chiaramente in brani come "Peanut" o "Shivers on a cab", che tengono sospeso l'ascoltatore in uno stato d'allerta. La seconda in passaggi come "The good one" e "What's wrong with you", che marcano con forza le possibilità del progetto anche in direzione di un approccio maggiormente pop. Sette tracce che parlano di un'elettronica mai fredda, di una voce espressiva e di ottime potenzialità. Sette tracce che giustificano quel punto esclamativo che segue il nome Lowbrow!
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La recensione 16 black & white buttons di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-03-18 00:00:00
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