CasoTutti dicono guardiamo avanti2011 - Cantautoriale

Tutti dicono guardiamo avantiprecedenteprecedente

Tra il primo De Gregori (con più energia) e i Perturbazione (con meno talento pop). Questo, a grandi linee il posizionamento del secondo disco di Caso, che arriva due anni dopo l'esordio di "Dieci tracce". "Tutti dicono guardiamo avanti" si pone come ponte tra il cantautorato da cantina del primo disco e un pop radiofonico fortemente parlato. La struttura dei pezzi è sempre la stessa: chitarra, voce e poco (pochissimo) altro, ma la resa sonora è ripulita, la voce più decisa e – fatte tutte le debite proporzioni – il gusto generale più pop. Spariti i punti di contatto con Vasco Brondi, il progetto diventa più personale. Paradossalmente, però, diventa anche più anonimo. Se nel primo disco c'erano pezzi che colpivano nel segno per ritornelli o tematiche, qui tutto scivola via. Ci sono buone canzoni (su tutte "Zero indietro" e "Aranciata amara"), ma c'è davvero poca convinzione. Il problema di base è che se fai canzoni così scarne, devono essere fulminanti (si veda alla voce "Un segno di vita" di Babalot). Se così non è, l'ascolto viene dimenticato all'istante. L'impressione è che Caso abbia rinunciato all'urgenza e alla voglia istintiva di sputare quello che ha dentro, per cercare maggiore cura ed equilibrio. Purtroppo, però, il risultato delude. Il risultato è un disco piatto, che, per cercare di fare un passo avanti, lascia alle spalle quanto di buono fatto in precedenza. "Tutti dicono guardiamo avanti" contraddice in modo pesante il suo stesso titolo, perché al momento non si capisce cosa ci possa essere più avanti. Forse è necessario spingere di più sul versante pop, forse bisogna uscire dalla logica minimalista chitarra&voce, forse bisogna ritornare alle origini. Tante strade, a Caso il compito di capire la migliore. L'unico dato di fatto è che, al momento, i conti non tornano.

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La recensione Tutti dicono guardiamo avanti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-02-11 00:00:00

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