Antonello Parlapiano vorrebbe comporre un disco suggestivo. Sei brani dalle tinte cupe, la sua voce che si arrampica sugli strumenti, delicati e intensi. Un effetto un po' alla Imogen Heap, ma con aggiunte rock, e con le parti elettroniche non lontane dall'uso che se ne fa nella musica dance.
Le intenzioni sarebbero interessanti, ma il risultato è alquanto diverso.
Di Imogen Heap, di rock, di elettronica-dance, non c'è niente. Assistiamo al ripetersi continuo della stessa strumentazione, che si appiattisce su se stessa, rendendo impossibile da raggiungere quello che probabilmente Antonello Parlapiano avrebbe voluto ottenere. Ovvero un cd suggestivo. La suggestione, però, finisce quando la vocalità si ripete, anch'essa lenta, quasi come una ninnananna da disco-pub, in cui ciò che ci resta sono rintocchi elettronici totalmente privi di spessore e grazia.
Ad Antonello Parlapiano manca quel senso del ritmo che serve a dare autenticità a brani senza l'ausilio di batteria, chitarre forti e tutto quel genere di contesto sonoro che siamo abituati ad avvertire quando ascoltiamo il rock.
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La recensione Tornare indietro di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-08-18 00:00:00
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